Sono loro gli organizzatori del viaggio e ne scopriamo ogni giorno di più la gentilezza e l'amore per ciò che fanno.
Lino è ormai in pensione e può fare a tempo pieno ciò che più ama (dopo Marcella), andare in bicicletta e camminare tra le montagne.
Pratico e affidabile, guida il gruppo come un cane pastore, lo tiene compatto e sulle salite più dure è lui che dà il passo, cadenzato e lento come quello di uno sherpa.
Marcella è gioa di vivere allo stato puro, la sua risata contagiosa rallegra le giornate di ciascuno e le sue attenzioni per i più lenti annullano le differenze di età e di passo.
Voce squillante tornita dall'accento di nord est, non conosce barriere linguistiche, la sua comunicativa sa far ridere i giapponesi e ammalia i cuochi eoliani.
Capelli rossi fuoco, che non inchinerebbe nemmeno davanti a un re, si fa tenera quando guarda Lino che scelse 36 anni fa e che fin dalla prima volta che lo vide disse "Queo xè mio!".
Combattiva per il giusto, nata sognatrice, racconta con orgoglio di quandò si sposò 'in rosso' a 17 anni e al prete che rifiutava quel segno di non conformità "Gho 'nfilà un rosario de porchi che el gha cambià idea".
Della vita coglie le rose e conosce le spine. Mentre ci avviciniamo all'isola mi dice "va ben sognar cieli azzurri e prati verdi, ma i xé qua a portada de man"
E indica il cielo senza nuvole e lo smeraldo di vegetazione che ci offre Salina.
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