Ieri, girando per le sale della nuova biblioteca e vedendo lo spazio dedicato alla mediateca ho avuto la sensazione della fine di un'epoca: è finito l'esperimento nato con l'avvio del Laboratorio di Informatica Civica in un'auletta del CFP proprio a Rivoltella.
E' una fine "gloriosa" perchè dagli scantinati e dagli appartamenti quasi occupati abusivamente, la Mediateca è ufficialmente una parte dell'istituzione, è una fine "mitica" perchè torna vicino alle sue origine dove era nata 13 anni fa. Ma è pur sempre una fine. Ho provato un pò di tristezza come quando a uno zingaro viene dato un appartamento: ci sono le comodità moderne la finestra con vista a lago, sarebbe ingrato lamentarsene, ma il senso di libertà della roulotte e il vento tutte le mattine gli mancheranno di certo.
LA MEDIATECA
Ho rivisto con piacere i CD negli scaffali quanto per molto tempo sono stati negli scatoloni per varie ragioni, tutte sostanzialmente stupide, e sono contento che la prima mediateca italiana, che ha anche ispirato progetti importanti come quello di Flemington, non si sia del tutto dissolta: almeno rimanga come reperto archeologico a ricordare che a Desenznao 13 anni fa ci un lampo di innovazione.
Sarò un sognatore ma spero davvero che prima o poi quegli scaffali prendano vita come in tanti film di cartoni animati e che i CD vadano a mescolarsi con i libri distruggendo una separazione tra libri e non-libri che puzza di vecchio e di ideologico e che invece sarà inevitabile.
IL LABORATORIO
Ho guardato a lungo il bancone con tutti i PC in bella mostra, con il lago sullo sfondo e ho avuto pensieri contrastanti: che bello collegarsi a internet e guardare di tanto in tanto il lago! Ma quelle machine ammassate una in fianco all'altra (dove sono i Mac che c'erano in laboratorio? dove i televiori e i vedoregistratori?) ripropongono un'idea che per tanti anni ha attraversato l'informatica, specie nelle scuole, cercando così di distruggerne il potenziale omologandolo al sistema esistente.
E' bene in fondo che i pc stiano così, soldatini messi in fila, e magari non vengano accesi ma restino come un'opera d'arte da biennale di Venezia a ricordarci che all'inizio dell'epoca internet le macchine venivano messe in specifiche stanze e occupavano un grande spazio fisico ed emotivo che poi l'evoluzione alla mobilità, al wireless, ai portatili ha reso inutili come le linee Maginot.
Internet, quella vera è fuori da quella finestra, è nelle strade e negli zainetti di tanti studenti, è nelle tasche di chi ha cellulari evoluti e palmari, è nelle case di gente che capisce che il mondo è in movimento da sempre.
Anche i PC, come i CD, piano piano usciranno dalla stanza e si mescoleranno ai libri e racconteranno loro del mondo del futuro ascoltando dai libri la saggezza della storia.
Come vechhi e bambini mescolati non accetteranno il ghetto dell'età, la tristezza della divisione in classi di consumatori ma la ricchezza multietà e multietnic a del villaggio.
NUOVE AVVENTURE
Nella nuova sede non c'è quell'atmosfera gioiosa, da bacheca universitaria che c'era nella vecchia sede, ci sono spazi più comodi per le conferenze e un terrazzo con una stupenda vista che un semplice hot-spot renderà fantastico, come 13 anni fa lo spazio lo conquisteranno le idee.
Se è indubbio che l'epoca dell'esperimento è finita, se il navigatore è tornato in porto con le mappe delle nuove terre, sono già in molti a chiedersi: per dove faremo rotta domani?
Una delle più belle conferenze del ciclo Cuccioli e Multimedialità fu dedicata al "Tempo" e si diceva che c'è un tempo per il gioco e un tempo per l'apprendimento, un tempo per l'on-line e un tempo per l'off-line, un tempo per lavorare e un tempo per riposare.
Così come c'è il tempo dell'avventura c'è quello della riflessione e anche il marinaio più appassionato sa che il tempo del porto è un tempo sacro, per riparare le reti ma anche per tenere i piedi ben saldi di tanto in tanto.
INFORMATICA CIVICA
Ha senso parlare ancora di informatica civica? Molti dicono che è inutile perchè ormai tutti sanno usare il computer (magari fosse così!) ma costoro dovrebbero per analogia chiudere le scuole perchè tutti ormai sanno leggere.
C'è un compito per le amministrazioni locali nella grande rete? Chi è abituato a farsi portare dalla corrente, anche nel baratro di una cascata, non vuole sentirne parlare.
Ne ho già scritto in diverse occasioni e conferenze, ne ho fatto un punto forte quando ho collaborato con ENISA e in termini istituzionali, con l'associazione di cui faccio parte, stiamo affrontando il tema con il Governo ma la domanda è ancora molto aperta.
C'è un compito importante per garantire la neutralità della rete per cui si battono molti come Stefano Quintarelli ma che non si otterrà solo con le leggi o le scelte strategiche rispetto alla infrastruttura di telecomunicazioni.
C'è un compito per ridurre il digital divide che non è fatto solo di chi non ha connessione o di chi ha l'ADSL lenta ma il ben più pernicioso "divide" intellettuale tra chi le risorse le sa utilizzare e chi non ne sa ancora trarre tutti i vantaggi.
C'è un grande compito di alfabetizzazione al nuovo che oggi si chiama web 2.0 e domani sarà qualcos'altro.
C'è un grande compito per essere protagonisti della rivoluzione televisiva che è in atto (dov'è finita la stazione di montaggio video che c'era nel Laboratorio?) .
C'è un compito essenziale perchè la rete sia uno strumento reale di partecipazione, di condivisione e conoscenza che sono poi i soli modi per garantire la trasparenza nell'amministrazione pubblica.
C'è un compito primario per utilizzare le tecnologie per rendere più efficienti i servizi e c'è un compito straordinario per proteggere la rete e farne un ambiente sicuro e tutelato per tutti.
C'è un compito lungimirante per garantire l'innovazione nel proprio territorio perchè nascano nuove aziende come DiRete nacque attorno al vecchio laboratorio e perchè nuove intelligenze imparino e portino nelle rispettive aree professionali un talento che è sempre merce rara.
C'è un compito insostituibile e vitale che è quello di mantenere vivi e ben presenti i valori etici di libertà di tolleranza, di rispetto degli altri, che devono gudare le scelte tecnologiche.
IL QUARTO CUCCIOLO
Quando nacque il progetto Onde riuscii a fare solo tre edizioni di Cuccioli e Multimedialità: "Il Gioco", "Il viaggio", "Il tempo". La quarta puntata non vide la luce per una storia che non è importante raccontare ma era già pronta e potrebbe essere giunto il momento di ripresentarla perchè ce ne sarebbe davvero bisogno, era intitolata "Il Sogno".
Ciao Gigi,
grande bagattiano!
Di quelli che nelle gare studentesche indossavano la maglietta viola (stinta per il troppo uso), con la Beta che ormai aveva quasi perso il suo oriinario biancore.
Mi ha colpito il tuo commento sulla mediateca, questo luogo che per me, profano, affascinava per il fermento che non poteva non respirare chi la visitava, nonostante la precarietà della sistemazione.
Mi auguro sinceramente che le tue considerazioni possano stimolare i futuri amministratori di Desenzano affinchè riflettano e rivalutino le attuali scelte.
Questo lo auspico in modo scevro da qualsiasi connotazione politica.
Del resto mi conosci!
Comunque fatti vivo, che ne parliamo di persona.
Grazie ancora per la tua disponibilità in occasione dell'incontro con i rappresentanti di Amberg.
Anche tu hai contribuito al buon esito del gemellaggio con gli amici bavaresi.
Ti spetta un boccale-ricordo, ovviamente pieno di birra tedesca!
Un abbraccio.
Mario
Scritto da: Mario Marcioni | 04/19/2007 a 16:46
Quante cose potremmo dire, quanti libri dei ricordi potremmo aprire, ma soprattutto ... quanto dispiacere dobbiamo manifestare.
I cd ... che facevano bella esposizione di loro durante l'inaugurazione, sono tornati negli scatoloni nei giorni successivi ...
I pc ora son lì ... belli, ben configurati ;) ... appariscenti ... come tanti militari in fila in attesa di ... qualcosa che non verrà ...
non c'è più l'operatore del laboratorio / mediateca, che aiutava gli utenti.
non c'è più l'apertura serale, tanto apprezzata in questi anni
non c'è più il proiettore, e tantomeno lo spazio (muro) dove proiettare, per corsi e serate a tema. Certo, queste ultime potranno essere fatte nelle sale di rappresentanza al piano superiore ... ma ... non ci sono i pc, e tante volte è bello interagire col pubblico, sperimentare, lavorare insieme.
Non so che dire, che sia un taglio col passato mi pare evidente ... ma generalmente quando si cambia lo si dovrebbe fare seguendo una direzione nuova, definita, precisa ... mentre in questo caso direi che la scelta è stata: cambiare. (punto)
Vedremo che succederà nei prossimi mesi, per ora mi sento personalmente di constatare che il glorioso laboratorio di informatica civica, aperto nel lontano 1997 è stato CHIUSO a fine febbraio 2007.
Sulle sue spoglie sono stati posti 16 pc ... ma non è la stessa cosa ...
Ste
Scritto da: Ste73 | 04/18/2007 a 13:37