Pensavo di scrivere un post su queste splendide giornate da Indian Summer qui a Sesto e ho invece accidentalmente cliccato sulle statistiche del mio blog e quel numero mi ha colpito: da quando ho iniziato il 22 marzo 2006 ci sono state 250.201 visite a queste pagine.
Ma ti rendi conto? Duecentocinquantamila! Cosa vuol dire? Quattro stadi di San Siro? Dieci volte Desenzano? E allora i blogger veri, quelli bravi, come Fuggetta, Mantellini, De Biase, Quintarelli, quanti contatti hanno sviluppato in questi anni? Con quante persone sono entrati in contatto e come quest'onda di relazioni si è intrecciata e amplificata?
Mi viene da riflettere su queste cose perchè nell'accompaganrmi in aeroporto a Capodichino i miei amici Avellinesi mi chiedevano: ma che ragione c'è a tenere un blog, ma perchè mai dovrebbero leggere le cose che scrivo?
Non essendo un vero bogger non credo di aver dato risposte "forti e convincenti", ho solo detto che, ci sono persone per cui noi siamo rilevanti e che semplicemente hanno a cuore le cose che diciamo e sono contente di condividere i nostri stati d'animo come fa loro piacere leggere anche solamente i nostri stupidi tweet: ma quando allarghiamo le nostre relazioni, quando coltiviamo l'amicizia, quando ci prendiamo cura di qualcuno, quando usciamo dal guscio, beh, il mondo cambia.
Quando tre anni e mezzo fa chiesi a maestro Paolo Valdemarin di insegnarmi come tenere un blog, di darmi suggerimenti per usare al meglio gli strumenti del web 2.0 (nella foto sono a quella lezione con il caro Antonio), avevo solo, come spesso mi capita, l'intuizione che qualcosa di importante stava accadendo ed era indispensabile capire e che la strada migliore era quella di chiedere a un sensei di aiutarmi a instraprendere il sentiero giusto.
Ora so che l'intuito ancora una volta mi ha risvegliato l'attenzione per qualcosa di rilevante e che Paolo aveva ragione.
Non guardo a quei numeri come un auditel, non li vedo come un indice di popolarità: come le immagini dei neutroni che danzano raccolte dagli acceleratori di particelle, sono l'evidenza che c'è una grande energia attorno a noi e anche se non la capiamo razionalmente, non per questo è meno vera.
Qualcuno potrebbe dire "Si, ma non sono 250.000 persone diverse, sono le stesse che tornano" ed è proprio questo il fatto più positivamente sconcertante, sono quei 189,69 che mediamente ogni giorno mi regalano un momento della loro giornata e che tornano perchè la briciola che io ho dato loro li ha in qualche modo nutriti.
Ed è uno scambio ineguale perchè io dò una briciola e ne ricevo 189,69, un vantaggio non misurabile in excel, non soppesabile con il ROI del social networking, una ricchezza emotiva che poi si espande dal blog agli altri strumenti di social network ma che mi arricchisce ogni giorno di più.
Non ho risposte, non ho nemmeno vere domande, lascio che i miei amici Avellinesi buttino il cuore la dove io e Antonio lo buttammo allora.
Mi sorprendo (positivamente) nel leggere queste considerazioni. Inizio ad intuire che esiste un altro punto di osservazione in queste "relazioni elettroniche". Forse non è giusto liquidarle frettolosamente.
Ma, come ogni relazione umana, esiste sempre il presupposto che qualcuno abbia qualcosa da dire e un altro abbia la capacità di ascoltare perché pensa che l'altro abbia davvero qualcosa da dire.
A me, spesso, capita di credere di non avere qualcosa da dire che possa interessa qualcuno.
Comunque... osservo: è questa la novità.
Scritto da: Nello Buono | 11/03/2009 a 08:52
Non solo numero.
Sarò pure un duecentocinquantamillesimo (che, nel dirlo, non aiuta la mia autostima ... ma tanto ho un ego che fa provincia, quindi ...), dicevo, son una frazione centimillesima, ma ti racconto.
Immagina un cliccatore abitudinario che ogni tanto torna sul tuo blog, perchè sa che spesso vi trova qualcosa da leggere volentieri.
Un giorno legge di una tua lezione sul talento, con abbinato video scaricabile (occasione ghiottissima). Lo scarica ... mannaggia è in un formato balengo, il vecchio mio player dell'anno scorso (!!!) non lo legge, occorre convertirlo. Vai su google e cerca un free converter, lo trovo, converto il filmato in AVI. Che bello, funziona, ma si sente su un canale solo, checcavolo. Allora converti il video in un file musicale mp3 monoaurale ... si sentirà da tutti e due gli altoparlanti.
Chiedo a mio fratello, dotato di strumentazione più completa, di "zittire" la traccia audio originale dal video e appiccicarci la mia nuova. Il video è ora ascoltabile senza più pendere a sinistra (Gigi, metodo assai subliminale per esprimere le tue preferenze ... ).
Chiamo una mia amica e inserisco la penna usb nel lettore; adagiati sul divano, ascoltiamo "catturati" tutti i 49 minuti e 41 secondi. Che bello, e che contenti. La mia amica "Me lo passi ?".
Quindi, ci son numeri, Gigi, che escono dal tuo conteggio, e azioni "collaterali" che escono dalla scala di misurazione; affascinante.
Grazie Gigi,
Deiv
Scritto da: Deiv | 10/31/2009 a 11:45