Stamattina mi sono preso un'oretta per guardare alcuni spezzoni di Raiperunanotte, imbeccato all'inizio da un post di Dettori (grazie Gianluca) che sta rilanciando dalle sue pagine tutti i filmati della trasmissione che sono su YouTube. Con l'impegno a Pula mi ero perso questo pezzo di storia italiana del presente e se ancora non ho visto Avatar, mi sembrava sbagliato non conoscere ciò che accade a noi, alla gente in questo disastro della politica.
Ne ho tratto una riflessione su cosa sia la rete oggi estendendo la riflessione di Rifkin sull'empatia.
Guardando i vari filmati ho trovato fantastico Benigni, grande lezione di stile e di satire più devastante di quella di chi non sa usare il sorriso, lucidissimi la Gabanelli e Floris mentre gli altri mi sono piaciuti di meno, a me Santoro è antipatico epidermicamente, Luttazzi poi poteva sfruttare l'occasione per fare satira con l'intelligenza che possiede e non ricorrendo al tono greve ma di questo ne ha parlato perfettamente Luca Sofri sul suo blog.
A parte i contenuti, mi pare però rilevante il fatto in sé, che la rete divenga un contraltare che nessuna censura, nemmeno quella cinese, potrà fermare e che per ogni Santoro censurato ci saranno migliaia di rivoli d'informazione che prenderanno altre strade e che giungeranno agli utenti.
E' questo il potere che spaventa, il potere di chi può decidere cosa ascoltare, di chi può decidere a che ora ascoltare, in quale contesto, con quali confronti. L'ho detto, non mi piace Santoro ma trovo vergognoso che si voglia impedire ad altri di ascoltarlo, mi fa rabbrividire La Russa ma mi indignerei se lo censurassero in un servizio pubblico.
Non deve stupire la rabbia schiumosa di chi vuole bloccare l'onda dell'informazione, di chi non può accontentarsi di occupare metà dello spazio ma lo vuole occupare tutto perchè bastano due giornalisti a far cadere un presidente, basta una foto a fermare un carrarmato e chi il potere lo ha preso grazie all'informazione lo sa meglio di chiunque altro.
Sarà lunga, ci vorrà ben altro che i girotondi e le sparate di Grillo, e sarà difficile perchè ogni giorno che si perde a discutere di processi e di prostitute, di minorenni e di tangenti, di liste col bianchetto e di leggi su misura, (fatti abnormi che non devono passare sotto silenzio per carità) ma ogni giorno che si perde nel fronteggiare la lenta rovina che ci circonda, la povertà che cresce, la scuola che va a pezzi, ogni giorno perso oggi evitando di costruire un futuro per i nostri figli è un giorno che pagheremo il doppio domani.
Ma la rete è anche questo, è microfono per le voci di chi non è d'accordo, è spazio che permette alle storie di non fermarsi e che costringe a tenere gli occhi aperti anche quando ciò che vediamo non ci piace. E' lo spazio che dovremo riempire di riflessione quando sembriamo travolti dall'effimero, che dobbiamo riempire di fiducia quando sembra prevalere lo sconforto e di azioni quando sembra impossibile il cambiamento.
E' lo spazio dove anche solo rilanciando una voce puoi essere attivo, anche solo mandando un messaggio o un commento fai sentire che conti e che servi e che vali, anche il tuo "i like" serve e conta, più vero dei sondaggi e di certo rilevanti per chi ti stima.
Serve per farci uscire quando vorremmo stare in casa, serve per essere vicini a chi ha subito una perdita o chi ha un dispiacere, serve a incoraggiare chi subisce un torto e a gioire con chi ha qualcosa di bello da condividere, serve a dire ciao agli amici e a dire il proprio malcontento per l'arroganza dei "lei non sa chi sono io" mentre sappiamo benissimo chi sono.
Serve a seguire un nipote a Singapore (ciao Marco) o uno che sta
subendo una grave ingiustizia (forza Alberto!) serve a non far dormire
chi ci vorrebbe assopiti e a conoscere anche le cose più curiose come un
grande albero di mele che non comporta nessuna cacciata da nessun
paradiso perchè troppi sono i suoi frutti, tanto che non è possibile
sorvegliarli tutti e per ciascuna mela che viene colta o per ognuna che
viene proibita, altre mille riappaiono all'istante.
Non ci stanchiamo di dirlo, la rete non è una realtà "virtuale", è certamente immateriale, è strana è spaventosa, ma non è meno reale di quella che fisicamente incontriamo tutti i giorni per strada o al lavoro, la rete è la gente, che sa essere anche ferocemente cattiva, o straordinariamente forte e solidale.
La rete è mille cose, anche bruttissime, è Yin e Yang, è certamente un potenziale nuovo canale di instupidimento collettivo o uno strumento di pace e prosperità non più nelle mani dei governanti del pianeta ma nelle nostre, un microfono per ciascuno di noi e anche un amplificatore delle voci più deboli e lontane ma non per questo meno forti.
Se hai letto fin qui hai capito cosa voglio dire.
Ho visto anche io a spezzoni Raiperunanotte. A me è sembrata una bella festa, in cui attraverso l'arte e l'informazione chiunque poteva dire ed esprimere il proprio libero pensiero. Riguardo a Luttazzi, quello che penso è che molti NON lo conoscano davvero; nel senso che il suo tipo di satira è COSI' e chi ne conosceva una versione edulcorata, filtrata dai programmi TV in cui partecipava, probabilmente non conosceva il Luttazzi vero. La volgarità è, in lui, la tecnica stessa della satira, ma non solo... Trovo che ascoltare Luttazzi sia anche un modo per mettere a prova il nostro spirito critico, la nostra capacità di non apprezzare certe battute e nel contempo sentirsi felici del fatto che le altre persone intorno a te possano ascoltarle e magari anche divertirsi. Ciò che fecero Elio e le Storie Tese (certamente non da soli) con la musica italiana qualche anno fa, rimane ancora un tabù per il mondo della televisione. Il putiferio scatenato dopo la battuta su Giuliano Ferrara rimane un esempio emblematico del fatto che la gente si scandalizza di più a sentire pronunciare "merda" e "cazzo" in TV, piuttosto che ad ascoltare giornalisti e politici corrotti approfittarsi ogni giorno della propria ingenuità con balle e falsità.
Per quanto riguarda i tuoi pensieri sulla rete, mi trovo d'accordo... Anche se alla rete manca la caratteristica dirompente, quasi violenta, che ha la televisione, di infiltrarsi prepotentemente nelle case degli italiani. Se l'obiettivo è quello di far aprire gli occhi a chi ci sta intorno su ciò che sta facendo questo governo, trovo che la forza della libertà consentita dalla rete (anche Mentana Condicio è un programma notevole, secondo me), sia minata non poco dalla sua passività e per questo rimane un canale d'informazione che stenta a far breccia in chi non s'interessa. Mentre Annozero può aver instillato il dubbio in qualcuno che il nostro presidente non sia proprio uno stinco di santo, il pubblico di Raiperunanotte è composto da gente che per il 99% è concorde col pensiero di Santoro, Travaglio e compagnia bella.
Scritto da: Paolo Ingraito | 03/28/2010 a 17:58