Oggi sono partiti gli amici dei Fuoriclasse e provo a programmare le attività dei prossimi giorni in cui dovrebbe trovare compimento tutto ciò che ho posposto per fare spazio al turbinio di amici che hanno popolato questa vacanza sestese.
Anche Marina è scesa a valle per organizzare il lavoro alla Scuola di Musica che riapre domani e mentre Blue sonnecchia, ho in sottofondo l'"adagietto" della Quinta di Mahler, così pieno di malinconica dolcezza.
E' un caso che mentre ripenso agli amici e a Marina questa musica sia giunta al suo turno nella playlist ma è perfetta per aiutarmi a ricordare le chiacchiere fino a tardi, le risate, l'intimità, gli abbracci, l'allegria del concerto improvvisato ieri sera e il distacco di stasera.
Adesso ho voglia di suonare per immaginarli presenti ma la luce che continua a cambiare, le nuvole che scompaiono, mutano, si alzano, mi sembrano troppo belle da guardare per perdermi anche un solo attimo.
Tutto è metafora: la luminosità delle montagne è l'immagine dell'amicizia, gli amici sono lo specchio della molteplicità dell'amore che è a portata di mano, le nuvole del mutare che non muta, della partenza che in realtà non separa.
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