Oggi, al termine della cerimonia, ho ricordato mia mamma così:
Cosa chiediamo a un genitore?
Infinite domande da piccoli: perché mamma? Perché?
Profonde domande quando diventiamo genitori noi stessi: ma tu come hai fatto? com'ero io da piccolo?
Noi tre fratelli abbiamo avuto una grande fortuna: una mamma che é vissuta quasi un secolo, che ha vissuto intensamente ogni attimo e ha avuto una lunga storia da raccontarci.
Ci ha nutrito soprattutto di esempi e di racconti, qui le chiameremmo parabole, lezioni di vita apprese dalla vita stessa.
Ci ha raccontato l'amore per nostro padre come prima risposta al perché più grande: che senso ha la vita?
Ha il senso che dá l'amore "Io e tuo papá ci bastavamo, mi disse un giorno" e non é il bastarsi del poco, ma quello dell'abbondanza: l'amore che basta e avanza.
Ci ha raccontato la giustizia, delle parti uguali, c'erano momenti in cui ci vestiva in modo identico, io lo detestavo perché volevo essere unico, lo stesso, credo, i miei fratelli.
Senza bisogno di dire nulla lei lo capí che la giustizia non é dare a tutti la stessa cosa ma dare a ciascuno ciò che é importante per lui, una fetta di torta o il tempo di una chiacchierata.
Ci ha raccontato la parsimonia di chi ha vissuto i bombardamenti e la disponibilità di chi ha imparato da bambina la sacralitá dell'ospite a cui offrire un caffé o un piatto di canederli, l'accoglienza della porta aperta e la condivisione di ogni piatto buono con i vicini.
Di sicuro ci ha trasmesso la sua tenacia austro ungarica, la determinazione del fare ciò che va fatto e il giusto compromesso fatto per "amor di pace" una ragione più che valida per chi ha conosciuto la guerra.
Mi aveva fatto promettere che finché ce l'avesse fatta, sarebbe rimasta nella sua casa, accudita dagli amici e dai vicini, voleva farcela da sola per dignitá, sapeva di poter contare sulla rete di solidarietá che aveva costruito attorno alla sua casa.
Solidarietá vera, che ogni mattina ti chiede "come stai?", "hai bisogno di qualcosa?", fatta di segnali amorevoli , la tapparella alzata che vuol dire "sono sveglia", una cartolina sullo zerbino dice "sono uscita a far la spesa".
Solidarietá che ti fa sentire utile e importante.
"Vorrei guarire" diceva, pensando che l'etá fosse una malattia da cui curarsi per tornare a 91 anni ad agire e muoversi come quando ne aveva 22.
Glielo chiesi esplicitamente diversi anni fa, quando cominciai a sentire io stesso i primi turbamenti dell'invecchiare, "quanti anni ti senti dentro, mamma, a che etá si é fermato il tuo tempo interno" e lei rispose senza esitare "22 anni", era quella la sua etá senza tempo, che chi l'ha conosciuta, percepiva.
Un piccolo miracolo: una ragazza di 22 anni con 70 anni in più di esperienza!
Negli ultimi tempi diceva spesso"sono stufa!" ,"a cosa serve tirare in lungo cosí?" e chi é stato con lei e le ha parlato anche il giorno prima che morisse, conosce la risposta: il nostro esempio, le nostre parole, e più spesso il nostro ascolto, servono agli altri.
Abbiamo un compito indispensabile di cui siamo artefici sensa sapere esattamente chi ce lo ha affidato: siamo in missione per conto della vita.
E questa è la sua ultima lezione, la più bella, l'ho ascoltata in questi giorni nelle persone che sono venute a salutarla per l'ultima volta: mamma Wilma ha donato un pezzo di sé a ciascuno di loro perché la sua storia non finisce e continua a vivere nel loro ricordo.
Siamo sempre presenti con il nostro racconto nel cuore di chi abbiamo amato.
Amen.
....mi sono commossa Gigi nel leggere le tue parole di gratitudine rivolte a "mamma Wilma" tracciando in un armonico cerchio il donato e il ricevuto...hai detto tutto. Grazie.
Scritto da: beatrice | 10/25/2012 a 23:53
Amen: c'è solo vita, che passa per la morte giusto quell'attimo, come un treno in galleria.
Scritto da: evelina | 10/25/2012 a 19:28
Grazie di cuore per aver condiviso con tutti noi questa meravigliosa testimonianza di amore, per averci ricordato una delle missioni più belle che la vita ci ha donato.
Un grandissimo abbraccio.
Antonietta
Scritto da: antonietta | 10/25/2012 a 15:51
"Io e tuo papá ci bastavamo" e non é il bastarsi del poco, ma quello dell'abbondanza: l'amore che basta e avanza" e scoppi in lacrime...Emozioni che fanno vibrare le corde del cuore, che scuotono sentimenti che trascendono condizioni, periodo storico, legami di sangue e parentele. Il ricordo di Wilma rimarrà nell'amore e nel rispetto per le persone che ha amato, nei gesti di ospitalità e nella ricchezza più grande: il tempo che si dona agli altri. Grazie Gigi
Scritto da: Laura | 10/25/2012 a 14:03
Caro Gigi, leggendo il saluto che hai dato alla tua mamma, sono ritornata a 3 anni fa quando ho salutato la mia, che ha conluso il suo percorso tra noi all'età di 97 anni.Ogni mamma è carismatica nel suo genere. Anche la mia, pure lei, con ascendenti austro-ungarici, mi ha insegnato tutto e, ogni giorno, da quando "cammino da sola" la ringrazio per avermi messo in grado di affrontare ogni emergenza della vita, per avermi insegnato ad ascoltare e capire gli altri. Tanti dei messaggi che mi ha dato durante la sua lunga esistenza mi sono diventati chiari dopo la sua scomparsa e quasi ogni giorno mi sento ripetere: Danke Mutti.
Scritto da: Marina | 10/25/2012 a 09:17
Carissimo, grazie a te e alla tua mamma di questa toccante testimonianza... In tempi in cui tutto è vissuto come proprietà, perfino i figli, i compagni di vita, i genitori, lei, per tuo tramite, ci ha ricordato come ciascuno sia dono e in come ci si realizza come persone proprio nel donarsi agli altri.
Un abbraccio a te e a tutt i tuoi, con affetto
Scritto da: Simone | 10/25/2012 a 06:26