Di questi tempi mi pare illuminante l'incipit del film Sesso e Potere (brutto titolo italiano per Wag The Dog "= "Fai scodinzolare il cane", cioè se il cane non scodinzola fai scodinzolare il (corpo del) cane ).
Per sviare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle "marachelle" del Presidente si inventa la controinformazione: il bombardiere B3, una guerra che esiste solo in TV, un eroe...
Già, speriamo che il film non l'abbiano visto sennò qui tra poco dichiarano guerra alla Jacuzia, tanto Putin è un amico...
Questo è l'inizio del film e il seguito c'è su YouTube a spezzoni, da non perdere. (poi vi spiego perchè i testi sono tutti al contrario, l'ho capito stasera grazie a Matteo Flora all'Equicena)
Alfonso è in volo per Cleveland e mi segnala via mail un bel libro che sta leggendo ora in aereo (Tim Wu: The Master Switch), io lo cerco e ne carico il capitolo introduttivo gratuito sull'applicazione Kindle del mio iPad.
Liddy mi parla da tempo del progetto Globish e ne parlò anche all'Equicena e al Cefriel ma non credo i partecipanti abbiano colto il senso profondo di quanto ci stava dicendo e la grande importanza che il progetto riveste. Io stesso comincio a capire adesso dopo averci parlato per diverse volte: capita con gli innovatori, spesso sono su un altro "pianeta".
Il progetto non è un nuovo Esperanto o l'idea di una nuova lingua ma semplicemente di stabilire un terreno comune di comuicazione tra gente di estrazione e cultura diversa.
Il progetto è stato lanciato da Jean-Paul Nerrière un manager IBM ora in pensione che, francese in una multinazionale planetaria, sapeva bene cosa volesse dire comunicare tra linguaggi e culture diverse e spiega bene con un video il concetto:
Perchè è importante ora il progetto? Perchè in Cina e in Giappone e in tutta l'Asia stanno scoprendo che Globish funziona bene: si tratta di imparare 1500 parole in inglese e scopri che parli di qualunque cosa con chiunque.
Perchè 1500? Perchè dai tempi di Radio America hanno scoperto che 1500 parole inglesi è il bagaglio più che sufficiente per comunicare, non per scrivere un romanzo, ma per parlarsi e con i Social Networks che si fanno planetari, con i Facebook da 500 milioni di utenti, il fatto che ci sia un terreno comune di contatto è da tutto visto come un fatto di grande importanza.
Perchè Globish e non English? Perchè anche chi parla inglese deve mettersi in gioco e non sono solo parole (nel loro caso da limitare) ma anche piccole regole da seguire come ad esempio:
Mantieni frasi corte - Evita metafore e espressioni colorite (un bel problema per me) - Evita domande in forma negativa - Evita le battute - Evita le sigle - Usa gesti e supporti visivi
Globish non sostituisce le lingue tradizionali che rimangono veicoli di cultura, Globish aiuta a parlare con persone di altri paesi.
Ho scaricato il dizionario delle 1500 parole e ho scoperto che potrei parlare tranquillamente in Globish e forse il mio inglese come quello di Jean-Paul è più un Globish che un vero English.
Liddy se ne occupa da grande esperta di apprendimento a livello globale e sono felice di avere direttamente dalla fonte spiegazioni e suggerimenti di attenzione a temi che poi diventano universalmente riconosciuti come importanti.
Intanto mi verrebbe da dare un consiglio semplice semplice: con tutti gli assessment test e gli attestati che si fanno fare ai figli perché "conoscere l'inglese è indispensabile" come se fossero dei novelli Shakespeare, e se invece almeno i 1500 vocaboli del Globish li conoscessero? E sapessero applicare le poche regole che servono? Non scriveranno un nuovo Amleto ma potranno forse parlare con persone che incontreranno a Tokyo o a Tegucigalpa riuscendo a capirsi.
A conclusione di MiTiCi oggi c'era il mio intervento su Bach e la complessità (quasi una toiurnée con i Beatles ieri e la replica di Bach da Damiano) seguito da un'esecuzione della prima suite fatta da Maria Calvo una giovanissima studentessa della Scuola Civica di Musica di Milano.
E' andato tutto come meglio non potevo sperare: invece della solita sala da conferenze eravamo in uno dei teatri interrni della Scuola di teatro e fare il mio racconto dal palcoscenico con la giusta atmosfera è tutt'un'altra cosa, per me che "recito" e per chi ascolta.
E poi concludere il convegno sulla creatività con un atto musicale creativo mi è sembrato una sorta di ciliegina sulla torta.
Ma la cosa che più mi rallegra è che tra ieri e oggi tante persone abbiano ascoltato, la maggior parte per la prima volta, una suite eseguita dal vivo, io sono sicuro che la cosa non ha lasciato indifferenti i presenti, che le vibrazioni li hanno scossi e che la grandezza di quella musica gli resterà nelle orecchie e nell'anima.
Anche fosse uno solo che dopo il mio racconto si andrà a comperare una copia delle Suites e inizierà ad ascoltarle, credo di avere fatto il mio dovere rendendo omaggio e servigio alle Suites per il dono che mi fanno ogni volta che le ascolto.
Con uno sforzo concentrato ecco pronto il primo numero della nuova edizione del bollettino di informazione dell'Associazione Culturale W.A. Mozart e della Scuola di Musica.
Come sempre Cesare ha fatto un ottimo lavoro con la grafica e l'impaginazione.
In un primo momento mi sono detto: ma chi ha attaccato questo cartello storto? Poi guardando bene il cartello indica il divieto di fare la svolta secca a destra nella via che scende in piazza a Sesto, giustamente trasformata in senso unico.
A volte però la "precisione" crucca rischia di confondere le idee.
Ho scoperto che Piero, approfittando del lungo volo transatlantico, ha scritto una serie di post con riflessioni molto interessanti sul tema del rapporto tra marca e social media, sono tutti micro-saggi molto molto interessanti.
Ovviamente le formule spaventano ma il senso profondo del suo discorso è ben comprensibile.
Che Alessio "Mayhem" Pennasilico sia un grande esperto di sicurezza e un eccellente conferenziere lo sapevo, ma oggi il titolo della sua presentazione l'ho trovato folgorante e profondo:
La tecnologia intorno a me, la sicurezza dentro di me.
Una dotta citazione di Kant (Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me) che da sola spiega quale sia la sfida della security oggi.
Bello il tour per riportare a casa la Punto dalla Sardegna, belli i posti, bella la gente.
Un viaggio calmo e lento su strade secondarie per godere dell'andare senza meta o tempi da rispettare.
Mercoledì ripartiamo per gli USA e in tre o quattro giorni concentriamo molte attività per poi riprendere nel New England il girovagare libero del viaggio come piace a noi.
La conclusione del lavoro in Sardegna mi lascia uno strano sapore: da una parte il grande piacere di vedere che le persone che ho scelto dimostrano ogni giorno i loro talento, dall'altra l'amarezza nel constatare che il cambiamento è un'onda a cui tanti vogliono resistere e appena giri l'occhio ecco che smontano e combattono ogni innovazione. Mi è successo con Onde e ho rivisto i segni a Pula.
Meglio lasciar perdere e andare avanti, tenere quanto di buono e unico ho fatto e imparato, l'esperienza straordinaria di lavorare gomito a gomito con una personalità del calibro di Paolo Zanella e lasciar cadere tutto il resto.
Come dice un bellissimo brano di B.B. King: "I'm moving on".
Interessante, non lo dico in termini polemici, dal punto di vista della comunicazione ciò che accade nel PDL.
Un partito che ha usato la parola libertà nel proprio marchio, che ne ha fatto una USP, per utilizzare la terminologia pubblicitaria ideata più di sessant'anni fa da Rosser Reeves, si ritrova ora a litigare ferocemente proprio sul fatto che al proprio interno lo scontro avvenga sulla libertà di avere visioni diverse.
Non so e non mi interessa il risultato politico dell'evento ma dal punto di vista della comunicazione è un disastro.
Il team di comunicazione ("outreach" in linguaggio buricratese scientifico) ha realizzato la prima versione dei video del CRS4 adattati al canale YouTube e poi per farne dei podcast.
Direi che il risultato è molto buono; le sigle di testa e di coda, rielaborate dal videoclip di presentazione del logo, funzionano bene e anche la musichetta scritta e inventata da Massimo "Mancio" Mancinelli è in sintonia con il tutto.
Da oggi è online "Il Post", un nuovo modo di fare informazione online guidato da Luca Sofri.
Io mi sono "abbonato" subito e consiglio a voi di leggere l'editoriale di Luca e decidere se vorrete anche voi continuare a seguire questo progetto che dovrebbe portare a risultati davvero importanti nel nostro orizzonte futuro.
Ho ricevuto un interessante curriculum di un ragazzo che ha fatto per tre anni l'addetto stampa e ora ha finito l'incarico e cerca un nuovo posto: a qualcuno interessa? A me pare un profilo interessante per il tipo di esperienze e per le cose di cui si è occupato. Ovviamente sa perfettamente due lingue e ha viaggiato parecchio.
A margine dello staff meeting del CRS4 a cui ho dedicato un sacco di energie, abbiamo anche iniziato ad allargare lo spazio delle presentazioni con l'uso del web e intanto abbiamo aperto un account su Slideshare dove condividere le slides e poi YouTube e altro seguirà.
Anche se vi può apparire un pochino "ostica", la spiegazione dello stato dell'arte della ricerca del prof. Cucca è un flash su quanto di più avanzato al mondo si sta facendo nel campo della ricerca sul genoma.
Appena lo avremo editato avremo anche il video con il suo racconto ma intanto, anche solo a scorrere le slides, ci si fa un'idea._
Ecco qui il filmato che presenta il nuovo logo del CRS4. In questa che è la versione finale oltre al logo nuovo usato anche all'interno del clip, c'è un doppio rimbalzo tra le colonne e la pallina che sale in alto alla fine: una finezza._
Un mese di attività del team di comunicazione al CRS4 meritava una festa!
E poi c'è chi ha fatto i dolci in casa, chi ha portato il pane e saba, pane speciale dalla barbagia, il percorino, e ovviamente del buon rosso.
Dovevamo anche festeggiare il risultato del meeting di oggi dove abbiamo presentato logo, marchio, layout delle brochure, il tutto in un mese! Da non credere.
Il bello è che anche dalle altre "stanze" sono venuti, attratti sia dall'allegria che dal profumo dello speck di Alois Villgrater :-)
E' successo un'altra volta. Dopo tre giorni di lavoro intensissimo con il team (persone fantastiche che lavorano assieme per la prima volta e che dopo poche ore sono in sintonia) oggi dovevo arrivare alla conclusione per definire vision mission e promessa del CRS4, secondo il mio modo di lavorare, un passaggio indispensabile per poter procedere con le altre attività.
Quando inizio non so mai cosa accadrà, non so mai cosa ne uscirà, ma so che alla fine, grazie alla passione dei partecipanti, escono sempre cose straordinarie e sorprendenti.
Anche oggi è stato così: dopo tre ore di full immersion, nel rush finale, quando ormai anche il tempo per il pranzo stava sfumnado, a caccia di parole e di sintesi, ecco sbocciare l'idea fulminante.
Alla fine ci si guarda sorridendo: sì è lei, è quella giusta! L'avevi preparata prima, mi chiedono spesso, stentando a credere che invece il meglio nasce sempre dall'energia emotiva che si genera in un gruppo passionale e motivato.
Siamo così eccitati e contenti che ho chiamato in diretta Alberto de Martini, autore del libro che usiamo come traccia, per comunicargli il risultato e per condividere con lui l'ennesimo successo del modo di operare.
E' proprio una piccola magia che si ripete ogni volta.
"Sul muro della caffetteria del Mart c'è una bella frase di Fortunato Depero che mi sono memorizzato:
"L’auto-rèclame
non è vana, inutile e esagerata espressione di megalomania, ma bensì
indispensabile NECESSITÀ per far conoscere rapidamente al pubblico le
proprie idee e creazioni”
Stamattina ero al MART con Marina ed è sempre una bella esperienza. Il luogo è bello, l'atmosfera all'interno è limpida senza essere scostante o asettica.
Mi sembra una sorta di Guggenheim con più calore umano e minor vertigine.
Questa volta avevo anche una ragione in più: alle Venice Sessions avevo conosciuto Flavia Fossa Margutti che è la responsabile della comunicazione del Mart e dato che mi era stata subito simpatica le avevo promesso che sarei passato a trovarla e così è stato.
Un caffé una bella chiacchierata e la sensazione che il successo del museo e delle sue iniziative dipenda molto dalla qualità delle persone che ci lavorano.
La mostra che è in corso adesso "Dalla scena al dipinto" merita davvero di essere vista e mi ha colpito moltissimo l'allestimento, l'eleganza e la morbidezza delle tinte delle sale, la semplicità delle scritte a commento.
Ad un cero punto mi sono seduto per una decina di minuti a conptemplare l'armonia dei giochi di luce, dei chiaroscuri deon le macchie di colore rappresentate dai quadri. Una pace per la mente.
Guardavo su YouTube un bel filmato (e uno) di un concerto di Alicia Keys, in HD (e due) che Marina ha segnalato su Facebook (e tre) riprendendolo da una segnalazione (e quattro) di Carlo Massarini.
Quello che però mi ha colpito in modo speciale è la selva di telefonini che di fronte al palco filmano in diretta (e cinque) l'evento.
Come ricordava Alfonso citando Bob Dylan: The times they are a changing.
I miei "compaesani" mi stupiscono sempre con la loro capacità di fare marketing in modo lucido e innovativo.
Hanno fatto il gruppo "Consorzio Alta Pusteria" su Facebook e fin qui nulla di strano (ronf ronf fanno gli albergatori desenzanesi) ma adesso lanciano questa iniziativa, che non è un semplice "vediamoci" è un'offerta che ha tutte le caratteristiche di una USP da Rosser Reeves: vieni e c'è uno skipass solo per te a 15 euro. Semplice, unica, diretta, esclusiva.
E poi visto che per farlo devi mettere il link sul tuo profilo di Facebook (promozione gratuita) di ricompenso (aperitivo al rifugio "Il Pollaio").
Io non ci potrò essere perchè il 12 dicembre suonerò con il trio "Pastelli" a Padenghe ma metterò il link sul mio profilo per brindare alle belle idee.
Molto semplice e diretta con un montaggio più immediato rispetto al prototipo, interessante la "pillola" di 60 secondi (raccomando quella di Luciano Bonetti a.d. di Foppa Pedretti) e la divisione per temi.
Manca ancora la componente di rating e commenti degli utenti e non c'è più il "canale" a trasmissione diretta che invece c'era nel prototipo. Capisco e immagino il dibattito, ma io credo che fare semplicemente il raccoglitore di video come TED o YouTube richieda una piattaforma di reputazione o di notorietà che non si inventa e se poi manca la blog/twitter/friendfeed/facebook "attitude", diventa ancora più difficile.
In pratica la "tv francobollo" diventa sempre più televisione qualitativamente impeccabile ed ecco un altro dei motivi per cui si battaglia attorno alla larga banda.
Intanto guardatevi il trailer di Alice in Wonderland che non credo siano ancora a 1080p ma a 720p e già sono "potenti".
Dov'è la rivoluzione? Non certo nell'HD che c'è su Sky o che abbiamo già visto al cinema, è che i filmati prodotti dagli utenti che poi circolano a decine di migliaia da YouTube a Facebook, creano un' immediata aspettativa per il livello di qualità "minima" accettabile e quella che era sempre stata considerata un TV di serie B diventa potenzialmente pari in qualità ma poi superiore per freschezza e immediatezza.
Tutti torniamo ad essere "Cuccioli Multimediali" e come dicevamo con il caro maestro Gianpiero: vincerà il mouse o il telecomando? Forse nessuno dei due perchè scomparirà la differenza.
Scopro da Momo la WebTV dell'Università Cattolica di Brescia e, a parte il nome che trovo davvero brutto, mi pare significativo il fatto che ci sia. Altra obiezione è che non è una vera e propria TV, con trasmissioni e palinsesto ma più un "YouTube de noalter", ma comunque resta un fatto positivo.
I programmi, o meglio gli spezzoni (quelli che ho guardato finora) mi sembrano ben realizzati e mentre YouTube annuncia l'HD a 1080, ci possiamo solo aspettare evoluzioni importanti nell'intreccio tra web e televisione.
Parto dalla segnalazione di un video che racconta una storia che non sapevo: la Baxter una delle aziende incaricate dal governo USA di fornire i vaccini contro l'influenza suina ha avuto ooops un "incidente" e stava per immettere in circolo una partita di vaccino contaminato da virus dell'aviaria.
L'incidente è avvenuto nella filiale austriaca della Baxter ed è stato sverntato perchè in un test finale su cavie... queste sono morte tutte.
Dopo aver guardato il video per intero (sei spezzoni da 10 minuti) mi sono guardato le notizie ricavabili dal web e ho scoperto "un mondo", dalle teorie del complotto mondiale, ai naturisti che sono contro i vaccini e devo dire che ne esco turbato.
Qual'è la verità? Intanto sull'incidente alla Baxter ho trovato riferimenti di giornali non scandalistici e una ricerca su Google porta a oltre 100000 link.
Non c'è dubbio, tutta la questione dell'influenza, della pandemia, delle farmaceutiche, delle vaccinazioni di massa, puzza da morire.
Mi vengono in mente libri come "Stato di paura" di Crichton o i film sugli scarsi scrupoli delle multinazionali o le notizie emerse dopo molti anni sull'uso di cavie umane per esperimenti militari per valutare l'impatto di contaminazioni di massa.
Questo stesso post aumenta la paura o aumenta l'attenzione? Me lo sono chiesto prima di scriverlo: allargare la catena di sant'antonio o, per quanto possibile interromperla?
Se c'è una battaglia in atto è certo quella dell'informazione, da una parte i canali di massa e dall'altra i microrivoli dei blog e dei video e non è detto che i secondi siano veri per definizione ma il solo fatto di essere qui a parlarne mi pare significativo.
Come chiedeva Momo dal suo blog a proposito della situazione dell'acqua contaminata a San Felice del Benaco, invece di distrarci con nani e ballerine, c'è qualcuno che vuole chiedere conto al nostro governo di questi eventi?
L'intervento del prof. Maurizio Ferraris alle Venice Sessions è uno di quelli che da un lato spiegano e chiariscono dubbi e confusioni e dall'altro genera nuove domande ed essendo lui un filosofo, la cosa è in fondo normale.
Raccomando la visione dei tre spezzoni del suo intervento (una ventina di minuti, magari mentre bevete il caffè, come ho fatto io) per la semplicità, lucidità e profondità del suo ragionamento. Non vi dico la conclusione ma io me la sono appuntata.
Sto vedendo l'effetto che fa (come diceva Jannacci) ad aver pubblicato il video della mia lezione a Napoli su YouTube. All'inizio praticamente nulla, ma poi dal post sul mio blog sono partiti alcuni "rilanci" (grazie a tutti per le belle parole, grazie davvero) e in un giorno le visualizzazioni sono diventate 170.
E' come se in quella saletta da 40 posti ci fosse, attraverso il Nokia di Marco, una finestra spalancata su una nuova audience, ancora più attenta di quella fisicamente presente e mi fa piacere che le riflessioni che invito a fare si stiano allargando ben oltre quel primo spazio.
Facevo una riflessione analoga guardando i dati del Security Summit che è stato tutto messo online e ci sono stati oltre 2000 download degli atti di alcuni interventi. Non è solo questione di numeri ma anche di "persistenza" nel tempo del messaggio: ancora oggi ho gente che commenta un video messo su YouTube più di tre anni fa con i l festival dei cori a Sesto.
Il fenomeno del web e delle reti sociali non mi sorprende ma non finisce di stupirmi.
Marco Martucci uno dei gentilissimi ospiti campani di ieri, ha ripreso con un telefonino la lezione sul talento e ha messo il tutto su YouTube. Mi piace molto il suo commento e lo ringrazio di cuore per questa bella metafora: Un video "Pocket Coffee" da rivedere per "darsi la carica"
Luca ha aperto una interessante riflessione sul suo blog sul ruolo che la rete sta svolgendo nel favorire la comunicazione collaborativa rispetto a quella competitiva.
Il mio commento a caldo è che la rete sta cambiando non solo le conversazioni ma anche tutte le altre forme di comunicazione come la musica, l'immagine, la televisione e che la distinzione è più tra dialogo e discussione.
Da quando sono tornato da Venezia sto pensando che vedere tutto il dibattito sui nuovi media legato solo al mondo della stampa mi pare riduttivo, ci sono in atto grandi rivoluzioni, nella musica, nell'immagine, nella televisione che forse ci indicano nuovi percorsi se non proprio delle risposte.
Siccome le coincidenze non esistono, sto dialogando intensamente proprio su questi temi con Carlo Boccadoro e ho l'impressione che ne uscirà qualcosa di buono.
Oggi e domani sono a Venezia a Venice Sessions, il meeting organizzato da Telecom Italia e da Nova dove il tema questa volta è "Il futuro dei media".
Questa sessione sarà tra l'altro visibile in webcast e consiglio vivamente di prendersi il tempo per seguire gli interventi previsti. Ma comunque, anche su Facebook e Twitter ci sono continui aggiornamenti e su YouTube si trovano poi i video delle interviste e degli interventi e c'è anche un blog.
Già questo modo di allargare l'evento grazie a tutte le forme di fruizione e di interazione grazie alla rete è di per sè un segnale di come cambia il mondo della comunicazione e va dato atto e merito a Luca de Biase e a Franco Bernabè (che nonostante gli impegni che il suo ruolo di sicuro impone, non manca mai dakll'inizio alla fine dell'evento) di aver dato vita a un evento che incarna il cambiamento e non solo ne discute.
Da quello che capisco dai post di presentazione su Facebook l'asse centrale della sessione attuale è il rapporto tra carta stampata e rete/computer che sta facendo discutere e riflettere gli editori di tutto il mondo.
A me piacerebbe vedere se e come si estende il concetto di "media", come gli utenti sono produttori anzichè fruitori, come la musica diventa "medium", come il video si fa racconto, forse perchè sono i temi che a me stanno particolarmente a cuore, ma cerco di evitare pre-giudizi e ci vado con la curiosità e apertura che mi farà ascoltare tutto.
Come nelle altre occasioni, di sicuro imparerò molte cose e incontrò persone speciali e questo è già un buon motivo per non smettere di ringraziare Luca che mi ha dato l'opportunità di esserci.
Molto interessante la segnalazione di Luca di un articolo su Le Monde in cui un'indagine in cui "Si scopre che il maggior tempo dedicato dalla gente allo schermo del
computer e del telefonino per stare online non è sottratto alle altre
esperienze culturali. Anzi: proprio chi usa di più internet fa anche
più esperienze culturali.
Piuttosto è la televisione a non andare d'accordo con le esperienze culturali."
Il concetto di tribù mi è sempre sembrato molto più interessante di quello di "massa" e contrariamente a quello che si pensa sia il risultato della diffusione della tecnologia che "massifica", accade esattamente il contrario o per dirla con John Naisbitt "Più diventiamo globali, più diventiamo tribali".
Ora trovo su TED questa lezione sul fatto che tutti siamo parte di una tribù e che ci sono diversi tipi di tribù (cinque stadi secondo il prof. David Logan) e che si passa dalle tribù che si identificano secondo diversi gradi di ideali: 1 (la vita fa schifo) al 2 (la mia vita fa schifo) al 3 (sono fantastico) al 4 (siamo fantastici) al 5 (la vità e fantastica).
Il leader è quello che guida la sua tribù a passare da un livello all'altro e nel farlo cambia il mondo soprattutto mettendo in contato membri della propria tribù con membri di altre tribù.
Interessante davvero la domanda/sfida finale: "La tua tribù sta cambiando il mondo?"
Domattina alle 10.45 Piero presenta i risultati della sua tesi al Tesicamp e a vedere il solo panel delle aziende che collaborano all'evento mi pare davvero un "parterre" di grande rilevanza.
Alberto D'Ottavi e i suoi hanno fatto davvero un bel lavoro. In bocca al lupo a tutti quanti.
Piero farà l' "anteprima" della presentazione della sua tesi di laurea il 9 ottobre prossimo al Tesicamp: bravo, ha fatto una scelta intelligente, così si costringe a presentare in pubblico il suo lavoro e magari nell'audience trova anche qualche contatto interessante.
Intanto sul sito del Tesicamp gli fanno un complimento esplicito: " Piero Tagliapietra (Bologna, Discipline Semiotiche) oltre ad avere un impeccabile sito di autopresentazione scrive di analisi della comunicazione su Comunicare Stanca — mai titolo fu più azzeccato (e colto) ".
Mi appunto questo dato che mi servirà per conferenze e articoli e per non perdermi la fonte: leggo dal blog di YouTube che nel gennaio 2009 ogni minuto venivano caricati sul sito 20 ore di trasmissioni video, una cifra impressionante che, per chi capisce cosa significhi questo numero, è l'indicazione che qualcosa di importante sta accadendo.
MI appunto anche il dato che citava Luca De Biase dalla conferenza di Drò a proposito dei libri e di quanta gente li legga: In Italia ci sono 3,2 milioni di persone che leggono almeno un libro al
mese. Ci sono 2901 case editrici. E in un anno si pubblicano circa
61mila titoli. Il 60% dei titoli stampati non vende neppure una copia.
I piccoli editori hanno un invenduto del 95%. I 5 grandi editori
(Mondadori, Rcs, Messaggerie, DeAgostini, Feltrinelli) vendono quasi il
90% dei primi 500 libri più venduti. L'Italia è il settimo mercato del
mondo di libri.
Molto bello il racconto che Stefano Quintarelli fa della sua breve visita in India, attento alle cose della vita quotidiana, al racconto delle persone, telegrafico nei commenti: un novello Kapuscinski.
Segnalato dall'attentissimo Luca Sofri il discorso di Obama alla cena dei corrispondenti politici è un'altra grande lezione e il suo consigliere per la comunicazione è un genio.
Per tutta la prima parte scherza sui suoi cento giorni, fa battute (non facili da capire perchè cita direttamente molti personaggi della scena USA) ma il segnale è di una nuova sicurezza sorridente fa una battuta dicendo che sta cercando anche di incontrare i nemici e fa vedere una foto con Capitan Uncino e fa una battuta molto caustica su Hillary che appena tornata dal Messico lo ha baciato e abbracciato.
Nella seconda parte poi fa un paio di accenni degni di nota (almeno per come siamo ridotti noi qui) al min.4:50 dice ai giornalisti che con le loro critiche lo aiutano a dare il meglio di sè, con onestà e responsabilità nei confronti della gente.
A frequentare persone innovative c'è sempre da imparare. Pietro Zanarini lavora al CRS4 da sempre, è uno degli artefici della nascita di internet in Italia, con VOL, e l'Unione Sarda e poi Tiscali e per varie vicende ci conosciamo da lungo tempo.
Dato che alcuni suoi collaboratri dirigono i laboratori di cui ho fatto l'analisi, abbiamo parlato a lungo di tecnoloigia e di sviluppi delle interazioni tra utenti e sistemi e soprattutto di mobilità e di televisione e parlandogli della mia intenzione di prendere una telecamera HD per sperimentare un pochino ho scoperto da Pitro che su YouTube è possibile caricare e vedere video in alta definizione.
Due noticine: notate la fine del URL per YouTube con quel &fmt=22: format 22 è il formato video in HD e con il suono stereofonico e noterete anche in basso a destra sulla finestrella YouTube la scritta "guarda in alta qualità" o "guarda in qualità normale".
Altro che filmati/francobollo e immagini squadrettate, altro che "si ma
su YouTube la qualità è scarsa"... questa cosa secondo me cambierà
molti nostri pregiudizi sul futuro della TV.
Il video che mi sembra più significativo è questo (ma anche gli altri segnalati da Pietro sono da guardare) e soprattutto è da guardare SCHERMO PIENO schiacciando il pulsante in basso a destra della finestrella YouTube, se avete una connessione decente e un monitor come si deve, vi gusterete la qualità sorprendente.
Non sono solo gli spammers e costruttri di siti falsi di phishing a scrivere in italiano maccheronico: uno degli amici di Equiliber, Eugenio Prosperetti, un avvocato esperto di "mondo digitale", ci ha fatto notare alcuni passaggi delle condizioni d'uso di Facebook.
Da morire dal ridere!
" Quando lei affigge il Contenuto di Operatore al Luogo, lei autorizza e ci dirige per fare tali thereof di copie come giudichiamo necessario per facilitare l'affiggere ed il magazzino del Contenuto di Operatore sul Luogo. Affiggendo il Contenuto di Operatore a qualunque parte del Luogo, lei concede automaticamente, e lei rappresenta e garantisce che lei ha la destra per concedere, alla Società una licenza irrevocabile, perpetua, non-esclusivo, trasferibile,, completamente pagata, mondiale (con la destra al sublicense) di usare, copiare, pubblicamente eseguire, pubblicamente mostrare, riformattare, tradurre, l'estratto (nell'intero o nella parte) e distribuire tale Contenuto di Operatore per qualunque scopo, commerciale, la pubblicità, o altrimenti, su In connessione col Luogo o il thereof di promozione, preparare i lavori derivati di, o incorpora negli altri lavori, tale Contenuto di Operatore, e concedere ed autorizzare il sublicenses del rinunciare. Lei potrebbe togliere il suo Contenuto di Operatore dal Luogo a qualunque tempo. Se lei sceglie di togliere il suo Contenuto di Operatore, la licenza concessa al di sopra di scaderà automaticamente, comunque lei riconosce che la Società potrebbe trattenere le copie di archived del suo Contenuto di Operatore. Il Facebook non afferma qualunque proprietà sopra il suo Contenuto di Operatore; piuttosto, come tra noi e lei, il soggetto ai diritti concessi a noi in questi Termini, lei trattiene la proprietà piena di tutto il Contenuto di Operatore e qualunque diritti di proprietà intellettuali o gli altri diritti di proprietà sono frequentati il suo Contenuto di Operatore".
Come fa notare il Quinta sarebbe divertente vedere l'effetto di qualcuno che fa causa a Facebook e fa sorridere il pensare che magari hanno pagato fior di quattrini di avvocati per fare la traduzione.
A me viene da riflettere su quante volte le persone, migliaia e migliaia, hanno cliccato "accetto" su queste terms and conditions senza averle minimamente lette (ci voleva un mastinno come Eugenio!) e a volte sono stupide come queste ma a volte potrebbero anche essere dannose o pericolose. In questa società della fretta potrebbero esserci sorprese spiacevoli, sia per Facebook che per noi.
Il corso allo IED sta andando davvero bene, i ragazzi rispondono agli stimoli e alle richieste di intervento dapprima esitando ma poi sempre più coinvolti.
Oggi è iniziata la parte interattiva in cui i ragazzi devono creare un'azienda fittizia e farne l'analisi della comunicazione e costruire Vision Mission e Promessa e mi pare che stiano entusiasmandosi al fare come è giusto che sia: mi faciliteranno di gran lunga il compito all'esame, se va avanti così meriteranno tutti ottimi voti.
Mi hanno chiesto di raccontare com'è andata la mia serata d'ascolto sui Beatles e forse sarebbe più giusto chiedere a chi c'era e stava dall'altra parte della scena rispetto a me (e spero che qualcuno lo faccia commentando questo messaggio) ma comunque vi dico le mie impressioni.
Riguardo il discorso di Obama su YouTube e noto l'arte oratoria raffinata: come zittisce 85.000 persone solo con il suo fare silenzio, da manuale!
E poi come immediatamente diventa "icona", non è più il candidato, il sig. Barak Obama, diventa subito Il Presidente degli Stati Uniti, un'icona, consapevole del suo ruolo istituzionale: non sorride, non ammicca, non scherza, non parla della vittoria ma della sua gente.
Le sue parole sono semplici e chiare come è proprio dei discorsi che fanno storia, parla a braccio e guarda in tutte le direzioni e subito, come un vero vincitore, ringrazia lo sconfitto e lo onora con parole che non si sono mai sentite nella politica Italiana, incenerisce con lo sguardo i mormorii che si levano al suo nome e ne traccia un profilo eroico, che come insegnano i poemi epici esalta ancora di più la grandezza del vincitore e dice che lavoreranno assieme per il bene del paese.
Ringrazia il suo vice, ringrazia la moglie (fantastica la sequenza : "best friend, rock of our family, the love of my life, the nation's next first lady"), promette il cucciolo alle figlie, quando parla di vittoria dice che non è la sua vittoria ma è la vittoria della gente.
(nel filmato togliete l'opzione visualizza commenti per non avere il fastidio dei link agli altri filmati)
Elenca le sfide ma subito dice "Non ho il minimo dubbio che ce la faremo", dice che ci saranno errori e che non sempre la gente sarà contenta delle sue scelte ma che sarà onesto e ascolterà specialmente quando non ci sarà accordo.
La vitoria non è il cambiamento atteso è la condizione che ci permette di cambiare. E ancora si rivolge ai principi fondanti e ribadisce che lo sforzo deve essere di unità "we are not ennemies" e dice "sento le vostre voci e avrò bisogno del vostro aiuto" e ribadisce che ci sarà una nuova leadership non basata sui soldi o le armi ma dal potere delle idee "democrazia, libertà, opportunità, speranza".
Il finale è un crescendo degno di Rossini con la storia della vecchietta di 106 anni che è andata a votare e racconta cosa ha visto ma ci sono stati tanti cambiamenti (e inizia il ritornello "yes we can" a bassa voce, senza enfasi a cui la gente risponde come una preghiera) e guarda al futuro e parla dei figli, di cosa vedranno di quali progressi saranno testimoni, a seconda di ciò che faremo noi oggi.
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