Ogni tanto mi torna nelle orecchie questa canzoncina dello Zecchino d'Oro, che ci ricorda che non conosciamo il verso del coccodrillo e mi ritorna in mente ogni volta che sento piangere le altrettanto famose lacrime o quando sento qualcuno stupirsi di accadimenti che per chi guarda bene sono ovvia conseguenza di altrettanto ovvie cause.
Leggo su Repubblica dello stupore della caduta degli iscritti al PD (Bersani addirittura "attacca"...) e la canzoncina parte automaticamente nelle mie orecchie: ma come? Non ve n'eravate accorti che da anni siamo andati (mi ci metto anche io) altrove? Che non veniamo più in sezione perchè non ci sentiamo a nostro agio? Che vi stiamo dicendo in mille modi che un certo modo di fare politica non ci emoziona più?
Il cambiamento ha costretto al ripensamento del proprio modello d'azione settori economici importanti, dalla musica ai viaggi, dal turismo all'editoria, la scuola, le imprese, tutte sono scosse dal vento del cambiamento e dell'innovazione (e non da oggi) e perchè mai doveremmo stupirci se i partiti, che sono l'espressione della società che intendono rappresentare, sono oggi travolti dall'onda del cambiamento.
Chi non coglie per tempo i segnali di un mondo diverso e li minimizza o li svillana altezzosamente, poi ne viene travolto: è il caso di Blockbuster (ha ignorato il fenomeno del video in rete e ora è fallita) è il caso di Nokia, di Compaq, di Novell, di Polaroid solo per citare alcuni nomi.
Sono un convinto sotenitore della funzione sociale e costituzionale dei partiti, ne ho fatto parte, mi fumano le orecchie quando leggo e sento il qualunquismo che non distingue il fannullone ladro dall'impegno civile e dice che "sono tutti uguali".
Da anni faccio politica come mi hanno inseganto i vecchi compagni: cambiando il mondo intorno a me, guardando oltre gli ostacoli, fedele ai miei ideali e nella mia etica prima di tutto e senza abbassare lo sguardo di fronte al futuro.
Non so come dovrebbe essere un partito moderno, al passo con i tempi, se lo sapessi mi sarei iscritto al PD e mi sarei candidato a proporre un'alternativa, ma credo che questo sia un compito che spetti ai nostri figli o forse ai nostri nipoti.
Nel frattempo continuo a pensare marxianamente che creare le condizioni sociali per la "rivoluzione" sia la strada alternativa quando tutto il resto sembra non funzionare e guardo scuotendo il capo quelli che oggi piangono lacrime di coccodrillo di fronte a un partito che ha cambiato pelle, o meglio che secondo me quegli stessi che lo piangono, hanno lentamente scorticato.
Trent'anni fa abbiamo preso il posto di quelli che non ci volevano perchè portavamo un vento di nuova energia (erano gli anni di Berlinguer, delle giunte di sinistra, del compromesso storico e della lotta alle Brigate Rosse e il mio cuore è lì) erano quelli che, dicevamo, erano nostalgici di un tempo finito, dell'Internazionale Socialista, orfani di madre Russia, quelli che volevano vedere le bandiere rosse sventolare e pur di farlo avevano attaccato sotto di esse i ventilatori.
E le bandire rosse, come era giusto, hanno smesso di sventolare artificialmente e c'è stato un vento reale di cambiamento nella società, nella condizione delle donne, della scuola, della politica.
Poi il mondo ha continuato a cambiare ma pezzi della società non hanno tenuto il passo, seguire l'onda del cambiamento è diventato fonte di affanno, caipre i giovani più problematico, e quando dieci anni dopo è arrivata internet c'è chi ha detto... non ce la faccio a correre e ha cominciato a provare a frenare il cambiamento, non capendo che il treno non andava inseguito ma bisognava salire a bordo.
Oggi ecco il risultato: il mondo continua a cambiare e la distanza tra innovazione e comprensione dei fenomeni si allarga e si giunge al punto di rottura, del distacco forse incolmabile.
Faccio il tifo per Renzi non perchè mi piaccia ma perchè spero che riesca a costruire una passerella, insicura e traballante, tra il vecchio mondo e quello nuovo, poi starà a chi arriva dall'altra parte mettersi in gioco per farne un mondo civile e tollerante.
Si ma.... il coccodrillo come fa?
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