Bel post di Luca Sofri su sacrifici privilegi e categorie: il problema è sempre degli "altri".
Bel post di Luca Sofri su sacrifici privilegi e categorie: il problema è sempre degli "altri".
Mi ha molto incuriosito l'accenno che ieri faceva Annamaria Damiano alla sua "Carta dei Principi" mentre presentava la sua candidatura a Sindaco di Desenzano per le elezioni amministrative dell'anno prossimo.
Sono andato a leggerla e la trovo molto interessante sia nello stile che nei contenuti ma soprattutto trovo molto giusta l'idea di dichiarare i "principi" su cui si intende lavorare piuttosto che singole azioni o promesse elettorali.
E' come quando un'azienda prima di intraprendere la sua attività, prima di sviluppare i prodotti, definisce con chiarezza i suoi valori fondanti e quale è la vision che ne caratterizza l'approccio sapendo che il resto verrà di conseguenza perchè i prodotti non sono altro che il modo in cui essa realizzerà la sua visione e i suoi valori.
Trovo che sia un metodo perfetto per creare consenso sulle cose da fare: se sei d'accordo sui "principi", troveremo certamente un punto comune d'azione.
A questo punto i concetti di "destra" e "sinistra" diventano molto più inconsistenti e si apre un cammino verso un approccio che potebbe cambiare molto rispetto al passato.
Vedremo. Di certo ha settato un livello di confronto che metterà in imbarazzo gli avversari e comunque, se li costringerà su questo terreno, se prima di parlare anche gli altri dovranno dichiarare quali sono i principi che li animano, avrà fatto il bene della città.
Sarà una campagna elettorale interessante.
Sono stato ad ascoltare la presentazione della candidatura a sindaco di Desenzano di Annamaria Damiano.
Mi pare un evento importante e nuovo per la città che voterà la primavera prossima: un candidato donna, indipendente, con il sostegno di un movimento di giovani (Desenzano in movimento) che fanno ben sperare in un modo nuovo di fare politica.
Conosco da tempo Annamaria e mi ha fatto molto piacere vedere la sala gremita e ascoltare il suo discorso: semplice, diretta, appassionata e rigorosa.
Dopo l'assalto al territorio Desenzano avrebbe bisogno davvero di riportare in primo piano i temi che Annamaria ha citato come suoi "pilastri" ideali: rispetto, accoglienza, onestà, trasparenza, cambiamento.
Molto efficae il suo motto, "Una città che vive bene" ma soprattutto molto convincente il suo modo di presentarsi e il suo linguaggio.
Se mi dovesse chiedere, avrei ben poco da cambiare di quello che ho ascoltato stasera.
Brava.
Già il fatto che Calderoli non sia d'accordo mi basta per pensare che il nuovo governo dovrebbe andare bene.
Poi leggerò con calma.
Sono contento delle dimissioni di Berlusconi e seguo sui giornali e in rete i commenti.
Credo che il buon Monti non avrà vita facile perchè dovrà dare disciplina a un popolo che già di suo non è proprio obbediente e poi dopo vent'anni di ubriacatura, figuriamoci...
Mi aspetto i "sì, però..." i "Sono d'accordo ma...", i soliti bizantinismi di chi soprattutto a sinistra dirà che "il problema vero è un'altro" e non mi aspetto che un governo provvisorio faccia le riforme che non sono state fatte: mi basta che ristabilisca una credibilità del nostro Paese, che cambi il tono e il modo del fare politica, che agisca in economia con rigore ed equità e che vari una riforma elettorale anche minima che consenta di andare al voto in condizioni eque non appena i fondamentali economici saranno ristabiliti.
Intanto trovo che la valanga di dialoghi, post, messaggi che la rete amplifica siano un segno molto positivo: il senso del futuro passa attraverso una nuova partecipazione diretta, una nuova assunzione di responsabilità da parte di ciascuno.
Se abbiamo una colpa, grave, tutti, è stato di credere che qualcuno potesse fare al posto nostro, che la delega fosse sufficiente (non c'è delega senza controllo) che il "meno peggio" fosse una soluzione, che comunque eravamo troppo impegnati in altre cose "più importanti" che non occuparci della qualità della vita del nostro comune, del nostro paese.
Trovo abbastanza allegoriche e poco edificanti le piazzate alle dimissioni: come sarebbe stato più drammatico lasciarlo solo, maledettamente solo!
Non è una liberazione, non è la fine della guerra, non usciamo da una dittatura (se avete amici Siriani, Tunisini, Egiziani, chiedete loro), finisce un'epoca ideologica basata su atteggiamenti che ci hanno portato al dissesto economico, finisce una visione della politica che ha invelenito di interessi e bassezze il rapporto tra cittadini e istituzioni.
Finisce uno stile di vita e sappiamo che ne dovremo assumere un altro: saremo disposti? Non credo volentieri, nessuno ama fare sacrifici ma sarà doveroso farlo. Nessuno ama mettersi a dieta dopo aver socperto di avere il colesterolo a 400!
La cura farà bene comunque e intanto, appena si saranno spente le urla e gli strepiti, i titoloni e le smargiassate, la rete continuerà a favorire il dialogo, lo scambio il commento e si amplifica la possibilità di far sentire la propria opinione.
Stefano Quintarelli offre un altro esempio della sua lucidità: in due pagine spiega perchè la politica non capisce la rete e invece dovrebbe farlo, a tutti i livelli.
http://blog.quintarelli.it/files/2011.10.28-discorso-firenze.pdf
A me Baricco piace, il suo libro "Barbari" mi ha aperto una chiave di lettura di fenomeni che non capivo.
Il suo intervento a Firenze dice molte delle cose che penso e in 7 minuti.
Da Repubblica:
Peccato che "minacci" solo.
Leggo i resoconti e le critiche all'iniziativa di Della Valle che ha pubblicato una lettera contro l'attuale classe politica e le trovo ridicole: nessuno vede la sostanza, quasi tutti si fermano alla forma (Rosy Bindi: non si fa così), o al "tu dov'eri" (Niki Vendola: dov'erano quando noi... più una stupida battuta veterocomunistoide sul costo della pagina), per non parlare delle critiche che vengono da destra.
Secondo me ha fatto bene e anche nel contenuto mi pare ci sia poco da eccepire.
Se i politici (quelli sani) pensano di avere comunque l'esclusiva della "politica" temo non abbiano capito che non è obbligatorio essere un onorevole (si fa per dire) o nel direttivo di un partito per poter esprimere il proprio rimbrotto o la critica o il dissenso.
Rilancio un bel post di Luca de Biase che segnala l'intervento di Pier Luigi Sacco al convegno delle fondazioni svizzere:
"l'economia culturale e creativa sia, alla luce delle più importanti esperienze di sviluppo locale degli ultimi anni, uno dei settori più promettenti di crescita economica e sociale del futuro prossimo.
La cultura non si esaurisce più nella sua funzione tradizionale di passatempo, ma diventa un fattore fondamentale per il conseguimento di traguardi di cruciale importanza per il futuro di qualsiasi territorio: l'innovazione, la qualità della vita, la coesione sociale, la sostenibilità.
Allo stesso tempo, la produzione culturale e creativa rappresenta oggi un vero e proprio macro-settore industriale, tra i più grandi in assoluto dell'economia europea e soprattutto in rapida crescita anche in momenti congiunturali difficili come quello attuale"
Non capisco come sia possibile che il Primo Ministro sia così idiota da fare telefonate compromettenti che ha comodamente intercettato la Guardia di Finanza e chissà qanti altri servizi segreti di mezzo mondo (mandavano forse gli agenti più "scarsi" perchè non serviva molta intelligence per spiare uno così).
Pensava di essere comunque intoccabile?
Pensava che i soldi avrebbero messo tutto a tacere?
Certo che i responsabili della sua "sicurezza" devono essere sconsolati come i romani che le beccano da Obelix: non c'è niente da fare, quando tutti i comportamenti sono contrari alla benchè minima logica non resta che stare a guardare il centurione che prende sberloni.
Asterix però è divertente e questa storia invece è di uno squallore vergognoso.
Repubblica non perde occasione per pubblicare foto del PresDelCons che ne documentano il progressivo incartapecorire e lo sguardo sempre più maligno. In quella di oggi viene da domandarsi se sia lui o la Guzzanti.
Ho firmato per il referendum che chiede l'abrogazione della vergognosa legge elettorale che ci impedisce di esprimere preferenze e sono contento: ho avuto l'ebrezza di sentirmi cittadino sovrano, che fa sentire compostamente ma con forza la propria voce.
Cittadino sovrano in un paese la cui Costituzione dice: "La sovranità spetta al popolo..."
Stasera eravamo a cena alla festa di SEL a Sedena e c'erano tanti amici e persone che conosciamo.
Un menu semplice e veramente a basso prezzo (ma hanno fatto bene i conti?) e un'atmosfera semplice e festosa senza tante concessioni alla finzione ma anche con un forte ancoraggio ai pilastri ideologici a cui non si vuole rinunciare: come ascoltare della buona musica in vinile. Freschezza e semplicità con qualche gracchiare della puntina.
Grazie alla guida di Demetrio e Chiara Chiappa sto imparando molte cose sulla vita degli artisti, sulle leggi dello spettacolo nel nostro paese, sulla tutela del loro lavoro e sugli aspetti fiscali e previdenziali che ne caratterizzano i contesto economico il tutto contornato dal fatto che viviamo in un paese che ha dato l'alfabeto dei termini alla musica ed è uno dei più grandi giacimenti di opere d'arte del mondo mentre fa di tutto per rendere la vita impossibile a chi si occupa d'arte e cultura e, soprattutto, lo vuole fare nella legalità.
L'ultima, in ordine di tempo, è una circolare dell'INPS che dice (in soldoni) che i lavoratori dello spettacolo non sono lavoratori come gli altri e che quindi non possono avere diritto ai sussidi di disoccupazione, anche se pagano le relative trattenute.
Io ho firmato ben volentieri la petizione che raccoglie le firme per cancellare questa circolare, petizione lanciata dal sito del teatro Valle Occupato su cui si trovano anche le motivazioni e le spiegazioni per comprendere il contornodella questione.
Si parla tanto di diritto d'autore, di pirateria, di tutela digitale ma non è possibile affrontare l'argomento senza contemporaneamente guardare al mondo reale, alla tutela degli artisti in carne ed ossa ai musicisti, attori, attrezzisti, rigger, saltimbanchi, scenografi, truccatori, danzatori che lavorano per rendere più gradevole la nostra vita.
Non sopporto le lettere ai giornali dei dirigenti politici (l'ultima è di Veltroni) che se proprio vogliono fare presenti le loro opinioni hanno le opportune sedi di partito per farlo.
Se fosse una lettera per esprimere una opinione sarebbe assolutamente legittima ma invece è un modo per tirare il sasso e all'occorrenza nascondere la mano.
E poi, uno quando ha perso, per bravo che possa essere stato, come può tornare a dettare l'agenda?
Io farei studiare il discorso del nostro Presidente della Repubblica a tutti i ragazzi delle superiori (e anche a molti più grandicelli).
Perchè l'attacco terroristico alla Norvegia?
Perchè partecipa alle operazioni Nato in Afghanistan e Libia? Forse.
Ma forse perchè per la non-logica dell'estremismo non è accettabile che esista un paese in cui la tolleranza è diffusa, non è accettabile un paese in cui l'accoglienza del migrante è gestita, non è accettabie un paese in cui la convivenza tra diversi è vera e quotidiana.
Non è escluso nemmeno che la strage nasca da follie tutte interne a quel paese in cui il benessere e lo stato sociale sembrano non rispondere comunque ai bisogni profondi delle persone o, per assurdo, scatenarne rabbie represse incontrollabili.
Per ora leggo le notizie e solidarizzo con quel paese bellissimo e gentile.
Sentita questa sera dal barbiere:
"Con la crisi delle borse stavolta Berlusconi lo mandano via davvero: i banchieri non sono mica come i giudici"
D'accordo con Carlo che mi ha telefonato subito il raggiungimento del quorum, abbiamo scelto la musica ideale per festeggiare il risultato: il finale della settima sinfonia di Mahler, trionfante e pieno di energia (non nucleare) e di allegria.
Eccolo qui con i Wiener diretti da Bernstein che come sembre salta ed esprime tutta la gioia di questa musica.
Se avete fretta andate subito al gran finale al minuto 7 oppure guardatevi
questa sintesi della versione diretta dal maestro Abbado che è altrettanto potente
Seguo con grande curiosità la valanga di messaggi che girano su Facebook a proposito del voto, gli appelli, gli incoraggiamenti, i "mi piace" e quant'altro.
Molte sono amplificazioni di banalità o di posizioni demagogiche ma molte sono anche le prese di posizione chiare e convinte.
In ogni caso questo uscire allo scoperto, in prima persona, dopo tempi di "meglio non apparire", mi sembra un bel segnale di impegno di cui tutti dovranno tenere conto. Forse gli esperti di sondaggi e analisi sociologica sapranno anche valutare il peso reale di questa onda di comunicazione diretta sul dato finale ma a me pare già di per sé, un fatto davvero nuovo e rilevante.
Come in un canto collettivo, le voci si uniscono e diventano più forti di quelle di un singolo che si crede potente perchè ha telecamere, giornali, soldi e servi.
Cambia, todo cambia...
Ieri alla fine di una telefonata un amico, quanto ha saputo che sarei partito per Sesto per votare mi ha detto in dialetto "Me racomande, vota bé! " (mi raccomando, vota bene)
Era tanto che non sentivo quell'invito a "votare bene" che era tipico degli anni in cui il fare politica era scelta netta di campo e quel "votare bene" significava votare PCI, significava rispondere con il voto, tanto faticosamente conquistato, a chi non voleva che si facesse politica.
C'era anche una sottile intesa ammiccante, un "tu sai cosa voglio dire perchè la pensiamo allo stesso modo" e infatti di solito quando si cercava di capire se la persona con cui stavi parlando era un elettore di sinistra, molto facilmente veniva fuori la frase "Me stò de chesta banda" (io sto da questa parte) come se ci fosse solo una parte dalla quale stare.
Dopo l'epoca dei tornaconti, dei voltagabbana, della politica per interesse, mi piacerebbe che tornasse la politica dell'adesione convinta, del senso di parte, della presa di posizione interiorizzata e non quella del "io faccio un distinguo".
"Votarò bé" (voterò bene).
Vengo a Sesto per votare e la strada, oltre che per piacevoli chiacchierate con Marina, è anche un'occasione per lasciare andare i pensieri: sono tanto abituato a questo percorso che è come se la macchina sapesse da sola cosa fare.
Pensavo al fatto di farmi 300+300 kilometri per fare come dice il Presidente Napolitano "il mio dovere" e di quanto, in fondo, mi senta migliore del nanetto che non perde occasione per svillanare il senso delle istituzioni.
Pensavo anche che condivido un post rilanciato da Mantellini e anche io sono convinto che in questa campagna referendaria si sia giocato in modo altamente emotivo, lontani dalla verità e che la partita si sia spostata dalla sostanza delle cose alla demagogia, demagogia che anche se viene da sinistra non significa che sia giusta.
Voterò sì convintissimo sul legittimo impedimento, abbastanza convinto sul nucleare, dubbioso sull'acqua perchè i principi che si intendono sostenere (di cui sono assolutamente convinto) in realtà non sono l'oggetto vero della domanda referendaria.
Mi hanno insegnato che quando si vota non si vota "si, però" ma è il momento binario, 1 o 0, pallina bianca o nera e il segnale che spero esca dall'urna deve essere forte e chiaro e allora che siano quattro sì.
Una citazione con un lapsus che la dice lunga.
... "Il Cavaliere sottolinea: "Abbiamo perso, è evidente. Ora bisogna tenere i nervi saldi e andare avanti con l'azione di governo. Ho già l'ok di Berlusconi"...
Chissà quale Berlusconi ha dato il suo OK a Berlusconi: quello che vede in TV? Quello a cui chiede "specchio specchio delle mie brame?" quello con la vocina che sente di tanto in tanto?
Battere questa Moratti da più gusto che battere quell'altro nel deby.
Bella giornata.
Sono contento soprattutto per Cagliari e Novara.
Sono contento di come sono andate le elezioni, anche il risultato non vincente di Chiara a Isola della Scala è comunque l'inizio di un processo che sta risevegliando la voglia di fare politica in senso costruttivo e positivo e l'ho visto nettamente alla festa ieri sera.
Oggi ho lavorato sodo per preparare il teatro e lo stesso farò nei prossimi giorni e mi sembra il miglior modo per festeggiare: costruire vite su vite, chiodo su chiodo un futuro di cultura per tutti.
Chiara è arrivata seconda, il sindaco uscente ha fatto l'en-plein e ha mantenuto e rafforzato la sua maggioranza.
A Chiara la consolazione di di avere tre consiglieri di minoranza su 5 di avere il doppio dei voti dei Grillini e della Lega e un po' di amarezza per un risultato che sperava fosse numericamente più rilevante (ma comunque sempre tre consiglieri avrebbe avuto anche con il triplo dei voti per via del premio di maggioranza).
Resta la soddisfazione di avere rimesso in gioco la speranza che esista un'alternativa e che in quaranta giorni è ediventata una lista, un progetto, un gruppo di persone.
Stasera sono andato a Isola con Cesare a festeggiare perchè comunque si è accesa di nuovo la passione per la bella politica.
Che bella storia quella del sindaco Kotaku Wamura che fece costruire un muro anti-tsunami tanti anni fa.
Fu criticato, deriso, ma lui non mollò convinto della sua lungimiranza.
Oggi Fudai il suo paese si è salvato mentre quelli vicini con difese insufficienti sono stati rasi al suolo.
Da meditare la massima con cui lasciò l'incarico a 88 anni, rivolto ai suoi dipendenti disse:
«Anche se c'è ostilità, abbiate fiducia e finite ciò che avete cominciato, vedrete, alla fine la gente capirà».
Lunedì sarò a Isola a festeggiare con Chiara e gli amici della sua lista: anti-scaramanzia? No, io sono convinto che Chiara abbia vinto quando ha presentato la candidatura, ha vinto perchè ha detto "non è vero che è impossibile" e ha trasformato il "bisognerebbe" in un "chi viene con me"?
Io sono anche convinto che i numeri le daranno ragione ma anche se così non fosse, ciò che conta è che sono state sconfitte la rassegnazione, l'ineluttabilità, veri e propri veleni inibitori del futuro.
Mi diceva stamattina che le "voci di paese" non le danno alcuna chance: una donna? con 8 donne in lista? ma figuriamoci!
Eppure..
Qualche giorno fa, con grande impegno, ma anche divertimento, abbiamo girato qui a casa tre videoclip di trenta secondi che stanno ora passando per tre volte al giorno su Telearena e Telenuovo.
Anche in soli 30 secondi, se si hanno le idee chiare, ci si può far capire.
Mi danno fastidio gli slogan elettorali che usano il termine "insieme", li trovo falsi e sbagliati (con Chiara abbiamo maniacalmente evitato di usarlo) perchè chi dice "insieme" è spesso chi poi fa esattamente l'opposto e gestiesce senza la minima trasparenza, senza nemmeno tentare la partecipazione, come chi ti sorride per chiedere la carità ma appena ottenuta già ti ignora e guarda il "pollo" successivo.
E poi è sbagliato perchè chi governa deve assumersi responsabilità e scelte che non può promettere di fare "insieme" ma deve ascoltare, raccogliere, spiegare, condividere e poi fare "da solo".
Quando poi leggo lo slogan della Moratti "Insieme per una Milano sempre più bella da vivere", mi convinco che ho ragione.
Stasera ero a Isola della Scala per partecipare a una cena di autofinanziamento organizzata dalla lista che sostiene Chiara.
Bel clima, grande semplicità e una voglia di partecipare che sembrava "roba degli anni 'anta": che diversità dalla politica becera e insulsa che vediamo in TV, dagli insulti e dallo sproloquio, dal catastrofismo e dalle minacce.
C'era sempre un misto di passione e dedizione condito con allegria e fiducia: come il risotto all'isolana.
Meritano di vincere.
A Cosenza e in altri paesi della Calabria che ho attraversato ci sono le elezioni amministrative e mi ha molto colpito l'utilizzo dei manifesti così diverso da quello a cui siamo abituati qui "al nord".
Sarà che sono influenzato dal lavoro per la campagna elettorale di Chiara a Isola della Scala ma mi sono chiesto come mai siano così importanti i manifesti al sud, c'erano ovunque, diffusi in modo smodato, sui cassonetti della spazzatura, sui muri delle case, in una lotta continua a coprirseli l'un l'altro.
Molti davvero brutti e altrettanti in palese contraddizione tra testo e mezzo (non puoi scrivere "Una città migliore" e poi appiccicare i manifesti, storti fra l'altro, su un muro a deturpare una piazzetta) ma con una totale identità di atteggiamento e utilizzo tra destra e sinistra in una gara a chi lo fa peggio, più banale, più cialtrone.
Ho anche guardato qualche spot in televisione, anche qui una vera e propria inondazione, con una qualità scadentissima e messaggi che fanno sembrare gli spot che si vedono nelle multisala prima del film, dei veri capolavori da oscar.
A questo punto o sono matto io o qualcosa mi sfugge perché non posso credere che siano tutti così sciocchi da buttare soldi senza una convinzione di utilità (Carlo ha ipotizzato che probabilmente molte tipografie sono in mano alla 'ndrangheta...) e quindi vuol dire che una qualche efficacia ci sia: che sia come quella di chi dice "io non guardo la pubblicità"?.
Mi sarebbe piaciuto fermarmi quanche giorno per studiare e capire il fenomeno, parlare con qualche candidato e capire perchè usano questi mezzi e chi li fa e cosa pensano di ottenere e... una valanga di domande.
Certo è che vedere ancora gli striscioni di traverso sulla strada, le automobili con l'altoparlante a tromba che annuncia il comizio per la sera, mi sono sembrati tuffi nel passato o forse sono io che mi sono perso qualcosa.
Grazie ad Alfonso mi sono letto questo report che spiega con autorevolezza cosa sia accaduto alla riunione della Confindustria, accolgo il racconto ma le mie perplessità ancora rimangono.
Non ho certo grande apprezzamento per come viene gestita la giustizia in Italia e chi ha seguito la vicenda di mio nipote Alberto può ben capire cosa pensi in proposito, ma proprio in quel caso ho ammirato la compostezza, la serenità e il rigore di mio fratello e di tutta la sua famiglia che mai si sono scagliati a fare proclami mantenendo assieme alla compostezza la certezza che la giustizia prevarrà o meglio come mi disse un giorno "Se smetto di credere alla verità, in cosa potrò mai credere?".
Uno dei problemi di questo paese, primo ministro in testa a tutti,(le minuscole sono una scelta) è la continua delegittimazione di tutti verso tutti con i media a fare da amplificatori e aizzatori della rissa, salvo rare eccezioni.
E' ovvio che la sentenza sia esagerata e quel giudice verrà certamente smentito dai gradi successivi di giudizio, che garantiscono al nostro ordinamento il prevalere di ciò che è giusto ed il più possibile imparziale, fino a che la condanna non è definitiva finchè non passa in "giudicato".
Ho trovato e continuo a trovare cinico il nesso tra la morte degli operai, la sentenza e il problema degli investitori stranieri e mi domando se il tema sia davvero questo o se invece il problema degli investimenti non sia legato a norme severe e al fatto che vengano fatte rispettare: in Germania non credo siano più teneri e in caso di incidente, indagine, processo e accertate le responsabilità, siano più teneri, per non parlare degli USA dove anche il medico condotto di un paesino ha ben chiaro che ogni suo gesto è gravato da responsabilità legali e formali enormi.
Il nostro problema è proprio l'opposto: che ogni giorno, dalla scuola alle istituzioni locali, dal parlamento alla televisione, è un continuo delegittimare e invalidare ciò che si è deciso e come possiamo ottenere la fiducia di investitori per un sistema paese che proprio sulle norme, le regole, i meccanismi di funzionamento elementari della vita civile, non ha certezze e non le sa offrire e non perde occasioni per ribadire che il rispetto della legge sia in fondo opinabile, a seconda delle situazioni.
Leggo degli applausi di Confindustria al manager della Thyssen condannato e trovo la cosa vergognosa: in nessun altro paese industrializzato, o quantomeno civile, sarebbe accaduta una cosa del genere.
Primo perché una sentenza della magistratura non si applaude o non si fischia, secondo perché se il modello di sviluppo è quello dei paesi del terzo mondo in cui la manodopera va usata senza regole è meglio che Confindustria lo dica, almeno non ci stupiremo a dover competere con il Pakistan nella cucitura dei palloni affidata ai bambini: si sa, è un modo come un altro per attirare capitali di investitori stranieri.
E' da qualche giorno che è pronto ma l'ho tenuto in attesa per non esagerare con i messaggi ma il suo concetto di "salute" intesa come "stare bene" è un bel messaggio per gli Isolani.
Oggi ho montato il secondo video, dedicato alla trasparenza amministrativa e al dovere di rendere conto ai cittadini delle scelte che si fanno: sarebbe doveroso ma in molti comuni, con le scuse più diverse, ci si dimentica di questo pilastro della relazione tra elettori ed eletti .
Fa bene Chiara a ricordarlo in modo netto: basterebbe solo questo per votarla.
Ho sintetizzato in 3 minuti i passaggi del discorso di presentazione del programma di Chiara come nuovo sindaco di Isola della Scala.
Ne è uscito un video semplice ed efficace.
Strana la storia, a Woodstock tanti anni fa, Jimi Hendrix suona l'inno americano tutto distorto in segno di protesta dei giovani contro la società, oggi Eugenio Finardi a Roma apre il concerto del Primo Maggio con l'inno d'Italia tirato a rock per protesta contro chi la disprezza.
Un pomeriggio a montare un videoclip di un minuto ma mi pare carino: che ne dite?
Esattamente venti anni fa (8 aprile 1991) il settimanale Cuore uscì con un titolo molto netto a proposito di come i politici stavano gestendo la crisi di governo.
Il titolo fece molto scalpore (oggi siamo ahimé abituati a ben altro!) ma andava dritto alla questione.
Dopo aver letto delle dichiarazioni di Berlusconi a proposito del nucleare, in cui candidamente dice che il provvedimento del governo serve a evitare il referendum perchè, non conta quello che vuole la gente che si lascia "impressionare", conta quello che vuole lui.
Non c'è che dire, il solo titolo appropriato, dopo vent'anni è ancora quello.
Questa versione di Bella Ciao l'ho ascoltata per la prima volta al festival dei cori della Pusteria con il coro Comiter e qui c'è la loro versione registrata quel giorno in piazza a San Candido con il telefonino (una gioranata ventosa e l'audio è quello che è) e la versione degli Swingle Singers.
La versione di "Fischia il Vento" suonata da Giorgio Gaslini, la ascoltai tanti anni fa ad un suo concerto dal vivo ed è ancora secondo me una perla.
Ho passato alcune ore a seguire la storia di un brano "El cant dels ocells" ed è una bella storia.
Si tratta un canto natalizio catalano di origine medievale che Pau Casals ha reso celebre avendola eletta a simbolo della sua lotta contro il regime franchista e la eseguiva prima di ogni concerto.
E' famosa la sua esecuzione alle Nazioni Unite nel 1971 quando non solo la eseguì alla veneranda età di 95 anni ma fece un discorso memorabile il cui disse che la Catalogna è una delle più antiche democrazie del mondo e che fin dall' undicesimo secolo aveva la pace come tema primario (poi l'emozione lo interrompe mentre abbraccia il Segretario Generale U Thant).
Casals si rifiutò sempre di suonare in paesi che appoggiavano il regime franchista e fece due eccezioni, una all'ONU, che pur essendo a New York era in fondo "extraterritoriale" e la sede perfetta per fare il suo discorso sulla pace. (qui l'audio di quell'esecuzione) e un'altra nel 1961 dove la eseguì per il presidente Kennedy (qui l'audio).
Ne ho trovato una grande quantità di esecuzioni da quella di Casals a quella di Joan Baez, a quella dei Manheim Steamroller, di Carreras, della Montserrat Caballé di Jordi Savalls e un intero album del Canzoniere Popolare Catalano con quel solo brano eseguito da diversi gruppi musicali con un bel libro che ne racconta la storia dal 1500 a oggi, da canto natalizio che annunciava la nascita di Gesù raccontata da 32 diversi tipi di uccelli, alla sua attuale collocazione come canzone simbolo della Catalogna e della tenacia di Casals contro la dittatura.
E il 25 aprile?
Secondo me è il brano perfetto per oggi,: un canto dolce che inneggia alla pace, triste perchè ancora ci sono guerre, morti e distruzioni, triste come un esiliato può essere, ma deciso come Casals a non smettere mai la sua battaglia contro la dittatura.
Ecco qui l'esecuzione che ne è la sintesi: lui da solo, con la moglie al piano, una finestra e la dolcezza della musica.
Il Papa dice di accogliere i profughi e non lo fa sottovoce, lo dice il giorno di Pasqua in 65 lingue, di fronte a 150 mila fedeli: e i cattolici adesso come la mettono, ascoltano lui o il Bossi e il Berlusca?
E' tutto nato velocemente, con le elezioni amministrative alle porte, una cara amica viene proposta come candidata sindaco nel suo paese e mi chiede se la posso aiutare: il sindaco uscente è dato per vincente, la gente sembra ipnotizzata dall'idea che nulla possa cambiare, gli ideali sono al supermercato... insomma tanti buoni motivi per candidarsi davvero per cambiare le cose.
Con Cesare abbiamo lavorato alacremente, disegnato il simbolo, definito formati e messaggi, con Francesco, Piero e altri abbiamo attivato il sito web e la pagina su Facebook.
Nessun artificio particolare, il progetto di Chiara è diretto, concreto, guidato dall'idea che si debba pensare al ben-essere delle persone e non solo alla ricchezza materiale dei mega centri commerciali.
Ci siamo quindi limitati a un linguaggio semplice e diretto, che aiuti gli elettori a valutare, a scegliere, con la consapevolezza di un futuro possibile e non con la rassegnazione del "ormai non si può cambiare".
Saranno tre settimane impegnative per lei e per chi la sostiene ma sono sicuro che ancora una volta Davide batterà Golia.
Anche quest'anno è possibile destinare il 5 x mille alla Associazione Culturale W.A. Mozart che anima la Scuola di Musica del Garda.
Non costa nulla, basta inserire il codice fiscale dell'associazione 02227550981 nell'apposita casella e firmare nello spazio che dice "Sostegno del volontariato e delle altre associazioni non lucrative di utilità sociale".
Fatelo o ricordate al vostro commercialista di farlo e ditelo anche agli amici e ai vicini di casa: ci sono strumenti da acquistare, spazi da arredare, nuovi corsi da attivare, borse di studio da offrire a ragazzi di talento e con una semplice firma ci date le risorse per farlo.
Il rumore del tagliaerba mi suscita sempre pensieri strani, come se la mente, svuotata dalle riflessioni di tutti i giorni, venisse improvvisamente occupata da immagini e riflessioni che stanno da qualche parte intrappolate in qualche sinapsi e non hanno mai avuto modo di salire a livello conscio.
Pensavo ai discorsi di chi vuole cambiare la Costituzione, insulta la bandiera, dileggia le istituzioni, cosa forse comprensibile da gente comune ma non da chi ha giurato con formula solenne :
(testuale dal sito del Governo Italiano)
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione"
Nell'antica Roma e in tutte le civiltà gli spergiuri erano considerati alla stregua dei traditori, incapaci di mantenere un impegno con se stessi di fronte alla loro stessa comunità e per questo indegni di farne parte.
Curioso, sposato con due figli.
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