Grazie a Luca ho conosciuto questo filmato che racconta una bella storia: quella dell'invenzione, tutta italiana, del primo personal computer della storia, La Programma 101 della Olivetti.
Narrato dalla voce di due dei progettisti originari, è un racconto che la dice lunga sull'inventiva, il coraggio, la forza delle idee, ma anche sulla stupidità e la cecità di chi allora non capì che dietro alla tecnologia dell'informazione c'era una possibilità straordinaria.
Guardate il filmato, dura 52 minuti, c'è anche un piccolo accenno alla visione di Adriano Olivetti, alla avida cecità di Mediobanca di allora simile a molte banche di oggi, e pensate al presente: ci sono quei visionari? Certamente, Ci sono ragazzi di 19 anni in grado di pensare in modo diverso da tutti gli altri? Ma sicuramente sì! E ci sono anche imprenditori che ne sostengono gli sforzi e che scommettono su di loro.
Ma sappiate anche che tra i candidati alle prossime elezioni ci sono persone che non hanno ancora capito e che vorrebbero governare come se la storia non avesse insegnato nulla.
Buona visione.
Il racconto della battaglia è stato bello, questa sera eravamo all'aperto nel bel parco di Cascina Capuzza e il profumo dell'aria di giugno aggiungeva un tocco di realismo alla scena.
La presenza di molti amici mi rendeva più facile trasformare il racconto complessivo in una narrazione a tu per tu e anche Fabio ha cantato e suonato con grande passione e poi la cena e le chiacchiere hanno reso ancora più piacevole il tutto.
Adesso mi merito proprio una bella dormita.
P.S. Grazie a Gabri per la foto.
Oggi 24 giugno è l'anniversario della battaglia di Solferino e San Martino, domani sera recitiamo il nostro racconto della battaglia "Qui per caso quel giorno" alla cascina Capuzza come facciamo periodicamente da più di un anno.
Ma domani sarà una serata speciale, il nostro racconto è il racconto "del giorno dopo", la riflessione su cosa è stata quella battaglia, la più lunga della storia, e avverrà proprio "il giorno dopo".
Prenotatevi la cena alla Capuzza, o venite solo per ascoltare il racconto e brindare alla memoria di quell'evento che ha cambiato il mondo: tanto il lunedì non mi direte che avete di meglio da fare?
Venerdì sera replichiamo ancora il nostro racconto sulla battaglia di Solferino e San Martino: è già passato un'anno da quando è iniziato questo pregetto ma ogni volta mi fa piacere farlo.
Cascina Capuzza dalle ore 19.30 in poi (i dettagli su Facebook) cena e poi il racconto mio e di Fabio KoRyu Calabrò.
Anche Bresciaoggi ha annunciato il nostro racconto.
Tutto è pronto per la serata di domani a Cascina Capuzza, ci sono tanti amici che hanno prenotato la cena (io arriverò trafelato dal Security Summit e cenerò dopo) per poi seguire il racconto della battaglia di Solferino e San Martino come lo abbiamo immaginato io e Fabio.
Sono convinto che sarà una bellissima serata e chi non lo ha ancora fatto è meglio che telefoni (030 9910279) per prenotare una cena ottima e un bel racconto il tutto per meno di 30 euro: un affare!
Che aggettivi usare per descrivere due artisti che tengono cento persone incantate per tre ore senza interruzione e senza un'attimo di caduta di tensione emotiva?
E' da stamattina che ci penso e devo ricorrere a due parole : semplicemente (perchè la scena è scarna, la musica è diretta, la storia è immediata) splendidi (perchè Carlo al pianoforte fa scintillare la musica e Moni è un affabulatore che rapisce e quando canta ti trasporta lontano).
Lo spettacolo di ieri sera al Teatro Libero (già quel luogo incredibile faceva suggesione, un teatro al quarto piano di una palazzina di via Savona, con cento posti rubati a un capannoncino che sembra portato lì da un tornado ) è uno di quelli che resta nel cuore, per la bellezza dell'insieme e per la forza del racconto.
Peccato che ci siano così pochi posti o repliche a disposizione, a fronte di 300 disponibili complessivamente nelle tre serate, mi diceva Carlo, hanno avuto 1500 richieste: ci avrei mandato certamente i miei figli e gli amici più cari.
Per chi lo potesse andarlo a vedere nelle date a Roma o in Piemonte, la raccomandazione è forte, non perdetevelo, io tornerei a vederlo stasera stessa perchè oltretutto ogni sera non è mai lo stesso perchè i due amici, recitano "a soggetto" secondo un canovaccio che si dispiega a seconda del loro sentire e del pubblico che li ascolta.
Mezzo secolo di storia dell'Unione Sovietica, dalla rivoluzione al dissolvimento, narrati con poesia e drammaticità con il filo conduttore dell'ironia, con momenti di grande passione e intelligenza che non lasciano spazio a luoghi comuni o ammiccamenti ma che invitano sempre a riflettere su cos'è accaduto in realtà e come sia possibile che milioni e milioni di persone siano morte e se siano morte inutilmente.
Sulla via del ritorno Marina diceva "Pagherei di tasca mia per farli venire a Desenzano in uno spettacolo per le scuole, perchè la storia riacquisti un senso." e ha ragione, la storia e il racconto marciano assieme, finché ci saranno voci narranti e musiche che l'accompagnano, l'intelligenza non verrà messa a tacere.
Ho fatto una scoperta davvero interessante per me (e forse per qualche altro "estimatore").
Stavo cercando l'originale del Progetto Onde scritto nel 1994 perchè me lo ha chiesto Margherita e perchè ho un'ideuzza che mi frulla per la testa.
Non riuscivo a trovarlo negli archivi delle mie macchine (ora so perchè: era redatto in PageMaker e chissà dovè l'originale...) e mi sono deciso ad aprire gli scatoloni con un pezzo del mio archivio storico, dato che, essendo affetto da passione per la storia detta anche sindrome del criceto, che porta tutto nella tana, cerco di non buttare mai via nulla.
Scartabellando i documenti di quel periodo non solo ho ritrovato l'originale di Onde ma l'originale della prima stesura che, non ricordavo più, avevo chiamato Progetto Nettuno.
Ieri, girando per le sale della nuova biblioteca e vedendo lo spazio dedicato alla mediateca ho avuto la sensazione della fine di un'epoca: è finito l'esperimento nato con l'avvio del Laboratorio di Informatica Civica in un'auletta del CFP proprio a Rivoltella.
E' una fine "gloriosa" perchè dagli scantinati e dagli appartamenti quasi occupati abusivamente, la Mediateca è ufficialmente una parte dell'istituzione, è una fine "mitica" perchè torna vicino alle sue origine dove era nata 13 anni fa. Ma è pur sempre una fine. Ho provato un pò di tristezza come quando a uno zingaro viene dato un appartamento: ci sono le comodità moderne la finestra con vista a lago, sarebbe ingrato lamentarsene, ma il senso di libertà della roulotte e il vento tutte le mattine gli mancheranno di certo.
A sorpresa ieri Giulio mi ha proposto di fare nove buche a golf: era fermo da più di un anno per vari acciacchi alla schiena e per una maggiore passione per il Kung Fu.
E' stata una bellissima giornata e anche se battuto senza remissioni (Giulio ha fatto due par e un birdie e ha girato 2 sotto par) sono felice, innanzitutto perchè la sua schiena è perfettamente in ordine e poi perchè il suo swing è lì inalterato.
A parte un paio di incertezze iniziali, giusto per riprendere il senso delle distanze, è tornato immediatamente alle sue tipiche bordate: dove io uso un legnetto lui arriva con un ferro 7, io ferro 7 e lui un pitch.
Il suo movimento è bello ed elegante ed è proprio come quando si è imparato ad andare in bicicletta: non te lo dimentichi più.
Anche negli approcci, dove di solito la "saggezza" del "vecchio" aveva qualche chance ha ritrovato subito il senso delle distanze e ha sempre ben dosato i putt, e lo interpreto come un segno di maggiore concentrazione e attenzione.
Dal tee non ha mai forzato (anche per saggiare la reazione della schiena) ma il suo legno 7 batteva sempre il mio drive di una trentina di metri.
Non so se riprenderà a giocare con regolarità, e non lo spingo a farlo se non vuole, ma sono convinto che in qualunque momento quando vorrà giocare, gli insegnamenti del suo maestro Franco Maestroni sono ormai interiorizzati e saranno un tesoro indelebile.
Che gusto essere battuti così!
Dopo una mattinata di sci divertentissimo e abbastanza faticoso (c'è poca gente, le piste sono belle lisce e viene voglia di spingere un pò di più del solito) evitiamo il rifugio principale e andiamo al Gallo Cedrone, un bel rifugio affacciato sulle Dolomiti dove si mangia bene e dove non c'è la solita ressa delle una.
Una birra con il lievito e un piatto di uova con speck e patate sono un bel premio .
La scorsa settimana mio fratello Netty (lui in realtà si chiama Bruno e così lo chiamano i suoi pazienti ma per noi di famiglia è sempre stato Netty) mi ha portato un libro intitolato Storia dei complessi musicali bresciani che ci vede citati tra i gruppi che hanno segnato gli anni (dal 1964 al 1971) in cui si faceva musica dal vivo prima dell'avvento delle discoteche.
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Oggi Cinzia ha festeggiato con noi il suoultimo giorno in Siosistemi dopo 16 anni passati qui. Lei ci tiene a sottolineare che può dire di essere stata sempre in Siosistemi e ne è contenta.
Ha ragione Lorenzo a sottolineare che la delibera di fusione di Siosistemi in Inet è un fatto importante perchè segna la conclusione di un percorso iniziato nel marzo del 1983.
Cosa abbiamo imparato in questi 23 anni? Quante persone hanno condiviso con noi un pezzo della loro vita, quante storie ci sono da raccontare?
Curioso, sposato con due figli.
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